Dopo il triangolo d’amore e le sfide all’ultimo match di “Challengers”, il sempre più affermato Luca Guadagnino prosegue la scalata sulla scena internazionale preparandosi all’uscita in sala di “Queer”, film presentato all’ultima edizione della Mostra di Venezia con protagoniste le star Daniel Craig e Drew Starkey.

Distribuito da A24, il titolo s’ispira al romanzo semi-autobiografico di William Burroughs. Tra le vie di una suggestiva Città del Messico negli anni 40, seguiremo le vicende di William Lee, un uomo di mezza età che trascorre le giornate in solitudine o in occasionali incontri con la comunità locale. Dalla conoscenza inattesa con lo studente Eugen Allerton nascerà un sentimento irresistibile; ma la costruzione di un rapporto richiederà sacrifici e momenti delicati, mettendo a nudo le due anime come ma accaduto prima.

Oltre alla standing ovation di dieci minuti succeduta alla proiezione del festival veneziano, il titolo ha immediatamente diviso la critica per i suoi contenuti espliciti e per un risultato che - a detta di taluni - non sembra aver centrato appieno le premesse di fondo.

Basandosi sul feedback di alcuni giornalisti nazionali, “Queer” è stato definito “imperfetto e maldestro” da Gabriele Niola di Wired; “un capolavoro mancato che soffre di troppo amore, tanto audace quanto farraginoso” da Lorenzo Ciofani di cinematografo.it; ma anche “Una storia d’amore estrema e psichedelica, con un Daniel Craig inedito, tormentato e fragile”, stando alle parole di Andrea Giordano per Vogue Italia.

Nei relativi incontri con la stampa, il regista ha tenuto a chiarire le ragioni profonde che l’hanno portato a realizzare il titolo: “La gioia è stata il punto di partenza del film. Quando lessi il libro di William Burroughs avevo 17 anni e volevo cambiare il mondo con il cinema. Così, ho deciso di portare questa storia sul grande schermo: il mondo immaginato dall’autore del romanzo doveva prendere vita nel mio mondo visivo. È stato l’aspetto dell’assenza di giudizio nei confronti della persona amata che mi ha cambiato per sempre. Il film parla d’amore, ma anche di quell’idea di sé che interroghiamo quando siamo soli: chi siamo? chi stiamo cercando?”.

Durante il New York Film Festival, a partire dal lavoro compiuto durante le riprese, Daniel Craig ha colto l’occasione per approfondire il suo punto di vista su alcune questioni di estrema centralità nei dibattiti odierni. In particolare, su quanto il suo personaggio rappresenti la comunità LGBTQ+, ha tenuto a chiarire: “Non sono sicuro di potermi assumere questa responsabilità, non penso spetti a me. È una cosa troppo grande per chiunque.” E sull’assegnazione dei ruoli in base al proprio orientamento sessuale, ha aggiunto: Non vorrei non poter interpretare un personaggio etero, quindi non penso sia giusto impedire ad una persona etero, che può fare tutte le ricerche necessarie, di interpretare un personaggio gay. Finché interpreti una parte in modo autentico e con le migliori intenzioni senza interpretare uno stereotipo vai avanti”.

Quanto invece alle critiche della stampa per le scene di sesso ritenute troppo esplicite, la star ha dato un’opinione succinta ma inequivocabile durante la premiére del film tenutasi a Los Angeles. Senza mezzi termini, ha dichiarato: “A me sembrano piuttosto pudiche”.

Particolare scalpore hanno suscitato inoltre le recenti censure in Turchia, su cui il director ha deciso di portare avanti una battaglia personale. Dopo esser stata impedita la proiezione in anteprima ad Istanbul, Guadagnino ha colto la palla al balzo per intervenire nel corso del Marrakech International Film Festival. Stando a quanto riportato dall’Agence France Presse, ha dichiarato sul fatto: “Hanno vietato il film perché dicevano che creava disordine sociale. Spero davvero che credano che la forma del film porti alla possibilità di un collasso sociale. Perché questo significa che la mia fede nel potere del cinema è vera e non è un'illusione. Mi chiedo se abbiano visto il film o se lo stiano giudicando solo per il contorno o, diciamo, per la stupidità faceta di qualche giornalista che si concentra su James Bond che diventa gay. È una censura ottusa, soprattutto in questo mondo in cui è possibile scaricare il film.”

Immediata è stata anche la reazione della piattaforma streaming MUBI, annunciando la cancellazione dell’evento Mubi Fest Istanbul col seguente comunicato: “Qualche ora prima dell'inizio del Mubi Fest Istanbul 2024, che ha richiesto mesi di preparazione ed è stato esaurito da giorni, abbiamo appreso con rammarico che la proiezione di Queer, che faceva parte del programma del festival e che era anche il film di apertura, è stata vietata.[...] Crediamo che questo divieto sia un intervento che limita l'arte e la libertà di espressione... Questo divieto non toglie solo un film ma anche il significato e lo scopo dell'intero festival. Mubi vuole assumere la posizione che il nostro pubblico si aspetta da noi e ci dispiace informarvi che abbiamo preso la decisione di cancellare l'intero Mubi Fest Istanbul”.

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