Dopo il successo di "Perfidia", unica pellicola italiana selezionata al Festival internazionale del Film di Locarno 2014, dove ha conquistato il Premio della Giuria dei Giovani Critici, Bonifacio Angius torna al cinema con un nuovo film.

"Ovunque proteggimi", prodotto da Ascent Film con Rai Cinema e il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Regione autonoma della Sardegna Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali Informazione, Spettacolo e Sport e della Fondazione Sardegna Film Commission, è una storia di anime in fuga e di solitudini ancora piene di vita, di rabbia e di amore, in uscita nelle sale italiane il 29 novembre.

La pellicola è il secondo lungometraggio del regista sassarese, classe 1982, ed è un road movie girato interamente in Sardegna, tra Sassari, la Basilica di Saccargia, Ploaghe, Porto Torres, Cagliari, il Poetto di Quartu Sant'Elena.

Protagonista Alessandro (Alessandro Gazale), cinquantenne, rabbioso, ingenuo e romantico al tempo stesso, cantante di musica folk sassarese. Nella sua vita l'amore è un ricordo sbiadito, fino a quando, in una corsia di ospedale, incontra Francesca (Francesca Niedda), grandi occhi verdi malinconici e luminosi, i modi spontanei di una bambina e mamma di Antonio. Fanno parte del cast anche Gavino Ruda, Teresa Soro e Mario Olivieri, con la partecipazione di Anna Ferruzzo.

"È un film sulla famiglia fatto in famiglia - racconta il regista - non solo perché gli attori protagonisti sono la mia compagna Francesca Niedda, mio figlio Antonio e Alessandro Gazale, che ha già lavorato con me in 'Perfidia' e nel cortometraggio 'Domenica' e che considero come un mio parente stretto, ma anche perché il film rispecchia la mia idea di amore, di solidarietà tra esseri umani che sarebbe troppo riduttivo definire, come vuole la società, 'sbandati' o 'marginali'".

"In 'Ovunque proteggimi' c'è la volontà di espandere il cuore pulsante di Alessandro e Francesca e di mostrarlo all'umanità intera, quella stessa umanità che non si accorge della loro esistenza e voglia di vivere, ma anche quella umanità di cui loro e noi stessi facciamo parte. Una battaglia persa in partenza, che però può darci, solo per un attimo, la sensazione di sentirmi e di sentirci, un po' meno soli".

(Unioneonline/D)
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