E chi ha detto che l’evento annuale della Notte degli Oscar abbia saputo intrattenere nel corso delle sue edizioni solo per le premiazioni dei titoli in concorso e i relativi ringraziamenti di cast, registi e tecnici? Indubbiamente, in quanto show attesissimo, non può non contare su momenti di elevata attrazione e coinvolgimento; il più delle volte programmati - si pensi all’opening in versione musical con Neil Patrick Harris nel 2015 o al duo strappalacrime tra Lady Gaga e Bradley Cooper, con tanto di pianoforte e bacio sfiorato, nel 2019 - e, in via eccezionale, del tutto imprevisti ma proprio per questo rimasti nella leggenda, impressi nei ricordi di tutti. Vediamo insieme alcuni esempi tratti da questa seconda categoria.

Nel 1973, suscita un certo clamore - proprio dopo il primo rifiuto nella storia degli Academy Awards avvenuto due anni prima da parte di George C. Scott - l’assenza alla cerimonia di Marlon Brando, già al suo secondo Oscar e premiato in tale circostanza per il ruolo di Don Vito Corleone nel film “Il Padrino”. Al suo posto, dopo che Liv Ulmann avrà letto il suo nome, salirà sul palco una giovane pellerossa, Sacheen Littlefeather, che - per volontà dello stesso Brando - dichiarerà che l’attore non può accettare il premio considerato il comportamento inammissibile riservato ai nativi americani da parte dell’industria cinematografica. Tali dichiarazioni, in un frastuono di fischi e applausi, rimarranno nella leggenda non meno del divo a cui fanno riferimento.

Poco prima che, nel 1974, l’attore e conduttore britannico David Niven introduca sul palco Elizabeth Taylor - assegnando l’Oscar come miglior film a “Qualcuno che ha offerto un importante contributo al mondo dello spettacolo” -  i presenti rimarranno di stucco, non tanto perché impazienti di scorgere il fascino inconfondibile della diva ma a seguito dell’incursione in bella mostra di un uomo nudo, da cima a fondo. A salvare capra e cavoli sarà la brillantezza comica di Niven che risponderà prontamente all’episodio dicendo: «Non è affascinante che, probabilmente, l’unica risata suscitata da quell’uomo dipenda dall’essersi spogliato e aver mostrato le proprie carenze?».

Considerando i discorsi con dichiarati intenti di natura politica non possiamo non menzionare quello sostenuto nel 2003 da Michael Moore, vincitore del premio per il miglior documentario col suo “Bowling a Columbine” e da sempre attivo su posizioni di orientamento anti repubblicano. Dopo l’annuncio di Diane Lane il regista sale sul palco e si  destreggia in un’invettiva sanguinolenta contro l’allora presidente George W. Bush, denunciando “il risultato elettorale fittizio che ha eletto un presidente fittizio”. Anche a seguito di inevitabili schiamazzi ed applausi il regista non s’è scoraggiato affermando di essere contro la guerra e invitando il presidente stesso a vergognarsi. Un episodio senza dubbio di grande scalpore, ma che al tempo stesso testimonia una fase della storia americana fra tensioni, crisi e conflitti militari. 

I già menzionati episodi sono forse nulla rispetto allo scivolone senza precedenti tristemente riservato all’edizione degli Academy del 2017. Stanno per salire sul palco i mitici co-protagonisti di Bonnie e Clyde Warren Beatty e Faye Dunaway chiamati ad assegnare l’Oscar come miglior film. Da qui segue una scena a dir poco impacciata: Beatty apre la busta e rimane agghiacciato in un silenzio di venti secondi, così preferisce passarla alla collega Dunaway che dichiara vincitore del premio “La La Land”. Ma è qui che scoppia il disastro, perché quando tutto lo staff del film è ormai salito sul palco e attende solo di ritirare il premio in tutta fretta intervengono alcuni responsabili che, dopo aver constatato l’errore, dichiarano vincitore il film “Moonlight”. Dopo infiniti sguardi di delusione ed incredulità Beatty spiega i motivi dell’incidente - un imperdonabile scambio di buste - mentre intanto i veri trionfatori salgono per il ritiro, non senza un certo imbarazzo. 

Ed arriviamo all’ultima, fragorosa e forse anche più celebre inciampata degli Awards. Durante la serata del 2022 Chris Rock sale sul palco prima di consegnare il premio al miglior documentario, ma l’assegnazione è preceduta da una frecciatina - nel mezzo di un monologo comico - all’attrice Jada Pinkett Smith, rasata perché affetta da alopecia ormai da lungo tempo, che fa così: «Non vedo l’ora di vedere Soldato Jane 2!». Le conseguenze sono degne di un cataclisma. Dopo una risata decisamente poco sentita il marito Will Smith raggiunge il conduttore e gli spara in piena faccia una cinquina. Inutili i tentativi di sdrammatizzare l’episodio da parte di Rock, specie quando Smith gli urla ferocemente «Tieni mia moglie fuori dalla tua fottuta bocca!». Il silenzio che piomba in sala testimonia che non si tratta di un episodio congegnato ad arte. A stupire ancora di più è il premio come migliore attore protagonista che Smith riceve poco dopo. Invano, tra le lacrime, prova a giustificarsi per il suo inqualificabile comportamento.

Giovanni Scanu

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