Entrati nella fase due della ripartenza scaglionata dopo la lunga quarantena si intravede uno spiraglio di libertà e di lenta ripresa economica.

Molti lavoratori si preparano a tornare sul campo, ma non quelli del mondo del teatro, della musica e dello spettacolo per i quali la situazione è sempre più grave: al momento è prevista la riapertura dei musei e delle biblioteche al 18 maggio, ma sembra che l'intera stagione dello spettacolo dal vivo debba invece attendere fino a data da destinarsi, si vocifera persino dicembre 2020.

Molti lavoratori del settore non hanno ancora ricevuto il saldo del bonus da 600 euro previsto nel decreto "Cura Italia", tanti altri non ne hanno nemmeno diritto, non arrivando alla soglia delle 30 giornate lavorative richieste per l'anno 2019-2020. Capita spesso infatti che questo tipo di mestiere sia discontinuo o che i contributi non vengano correttamente versati e l'Inps stesso fotografa una situazione molto fumosa sulla quale, certo, ci sarà da riflettere adeguatamente anche in seguito alla crisi sanitaria.

Mentre i sindacati, con una lettera del 18 aprile, chiedono urgentemente al Mibact una riconsiderazione delle misure anticrisi, compresa la possibilità di allargare i sostegni a tutti i lavoratori del settore che attualmente ne sono esclusi, l'Agis (Associazione Generale Italiana dello Spettacolo) ha redatto un'interessante documento che disegna e propone un sistema di graduale riapertura di teatri, sale concertistiche, festival e sale di proiezione cinematografica sia in luoghi aperti che in luoghi chiusi.

Questi i punti principali della proposta:

- Cronoprogramma delle attività di spettacolo: si propone di far ripartire prima tutte le attività che prevedano luoghi aperti con o senza posti a sedere, seguiti poi da teatri e sale cinematografiche e concertistiche, nei quali dovranno essere rispettate delle particolari condizioni di sicurezza argomentate nel punto due.

- Misure di sicurezza per l'attività di pubblico spettacolo: dovranno essere redatte a livello nazionale e poi sviluppate dalle singole realtà secondo le proprie specificità e cessate al termine dell'emergenza sanitaria. Tra queste si ipotizza: igienizzazione degli ambienti di lavoro e utilizzo per tutto il personale di DPI, così come per il pubblico, che seguirà delle misure di distanziamento studiate ad hoc per i diversi luoghi. Misurazione della temperatura all'ingresso, dispenser di soluzioni disinfettanti e incentivazione delle vendite dei biglietti online per evitare file. Uscite ed entrate separate e regolate da personale appositamente preposto. - Cronoprogramma ripresa delle attività produttive: si propone una sollecita rimozione della sospensione delle attività produttive al fine di riaprirle adeguatamente in anticipo rispetto alle attività con pubblico (quindi apparati amministrativi e di scenotecnica, biglietterie ecc).

- Misure di sicurezza per le attività produttive: distanziamento interpersonale ove possibile, utilizzo delle mascherine ove possibile, in alternativa monitoraggio periodico sotto vigilanza medica di tutto il personale.

- Interventi pubblici di sostegno per la gestione del riavvio: Ammissibilità della spesa nella rendicontazione FUS e assegnazione di fondi integrativi di emergenza e di fondi specifici.

- Proposte operative per le produzioni liriche, sinfoniche e coreutiche e per la filiera della musica: studio di nuove disposizioni spaziali e numeriche per orchestra e professori d'orchestra (esempio: riduzione dell'organico ai fini del distanziamento sociale, utilizzo di mascherine per gli strumenti non a fiato, utilizzo di pannelli divisori in plexiglass per la fila degli strumenti a fiato, eccetera), studio delle misure di sicurezza per coro, corpo di ballo, mimi e figuranti, personale tecnico e pubblico. "In sostanza un quadro completo che identifica le specifiche categorie di lavoratori ed individua per ciascuna situazione i problemi e al contempo le possibili soluzioni".
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