Foggiana di nascita, mamma toscana, papà napoletano ma dal 2004 Francesca Ventriglia vive a Sassari dove si è sposata e ha un figlio. L'attrice è reduce dal successo della fiction Rai “Per Elisa-Il caso Claps”. Un altro centro in carriera dopo la partecipazione al pluripremiato film “Ariaferma”, girato nell'ex carcere sassarese di San Sebastiano. Lei era la direttrice della casa circondariale.

Francesca Ventriglia ha iniziato col teatro, ha fatto cinema e ora televisione. Non si ferma mai?

«Io sto bene sul set o sul palco. A me piace lavorare e soffro quando sono ferma. Il mio mestiere me lo sono scelta da quando ero giovanissima, facendo sacrifici, farei tante cose e sarebbe bello continuare a partecipare a progetti di un certo livello morale ed emotivo. Nel nostro mestiere è il contrario: quando sei in pausa non sei sereno, anche se sto nell'Isola più bella del mondo».

A proposito, com'è che è approdata a Sassari?

«Sono arrivata in Sardegna nel 2004 perché ho conosciuto Marco Sanna a Livorno ed è diventato mio compagno di scena. Abbiamo lavorato anche su spettacoli estremi e girato l'Italia, ma la compagnia era sarda e aveva tanti artisti sardi e quindi ho iniziato a prendere spesso la nave. Pensavo di trasferirmi solo per uno o due anni, ma mi sono innamorata qui e sono rimasta e qui è nato anche mio figlio che ho chiamato Eduardo perché mio padre da napoletano mi ha trasmesso la passione per il teatro, sono cresciuta a pane secco ed Eduardo De Filippo».

È stato difficile girare la fiction su un caso ancora fresco come quello di Elisa Claps?

«Ho interpretato la madre di Danilo Restivo, condannato per l'omicidio. È un ruolo abbastanza delicato, la mamma vera di Elisa, la signora Filomena, ha detto al cast: metteteci il cuore perché a noi ce l'hanno levato. Io ho fatto uno sforzo enorme per andare oltre il giudizio morale e umano. Ho dovuto immaginarmi madre di un ragazzo malato, non curato, con un marito despota che ha ridotto al silenzio la madre, che non poteva dire o fare niente che non fosse autorizzato dal marito».

Teatro, cinema e ora tv, cosa cambia nella recitazione?

«I tempi sono diversi, introspezione, reazione e azione sono diversi, la differenza è affascinante ma non ho trovato tante difficoltà come in genere chi viene dal teatro perché con la mia compagnia Meridiano zero abbiamo lavorato sempre con micro cose con una recitazione naturalistica. Nel teatro c'è il tempo lungo delle prove e arrivi sul palco a prodotto finito dopo un mese, due mesi. Invece al cinema o in tv sei completamente nelle mani del regista a cui dai fiducia. Marco Pontecorvo per la fiction su Elisa Claps è stato un regista incredibile con un'energia invidiabile: ha trattato con guanti di velluto una vicenda complessa».

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