Il sorriso e il braccio alzato di Tittia, al secolo Giovanni Atzeni di Nurri, dopo l’ennesimo trionfo al Palio di Siena fanno pensare a onori, fama, soldi. Tutto vero. Ma quanta fatica per arrivare a quei trionfi, quanti sacrifici, quante lacrime e quanto sudore. La storia dei fantini sardi a Siena è soprattutto questo perché per uno che esordisce in Piazza del Campo, ce ne sono dieci che restano dietro le quinte, allenano i cavalli e quotidianamente faticano nelle stalle della Toscana ma anche del Lazio e della Sardegna.

Il lavoro

Andrea Deidda, giornalista e regista, cagliaritano, 36 anni, lo ha documentato in un film prezioso che ricostruisce il dietro le quinte del Palio più famoso del mondo. “Cara a su ‘entu”, “Con il vento in faccia”, in uscita in questi giorni, proprio in coincidenza con il Palio dedicato alla Madonna di Provenzano che si correrà domenica, descrive con romanticismo e realismo la vita di chi a 17 anni è partito per inseguire un sogno. C’è chi c’è riuscito, come Giovanni Atzeni “Tittia”, Stefano Piras “Scangeo” di Elini, oppure Antonio Mula “Shardana” di Oliena, all’esordio in piazza lo scorso anno con la contrada di Valdimontone, e chi ancora si muove nelle scuderie e nei polverosi circuiti della provincia come Michel Putzu di Teti, Giovanni Puddu di Fonni, Andrea Sanna di Oliena o Paolo Arru di Sassari, che durante il periodo della pandemia ha deciso di tornare nell’Isola. E poi ci sono i senatori, Sebastiano Deledda “Legno” di Lula e Salvatore Ladu “Cianchino” di Bono. I loro soprannomi raccontano il loro rapporto con le contrade e con quello strano mondo che si muove tra le stradine strette di Siena.

La storia

«Il documentario nasce con uno sguardo indirizzato soprattutto ai giovani fantini. L’idea – racconta Andrea Deidda – mi è venuta dopo aver visto il libro “Fortza Paris” di Marco Cheli e aver incontrato Eleonora Mainò, giornalista senese che mi ha aiutato a entrare nell’ambiente del Palio. Volevo raccontare questa straordinaria corsa senza farla vedere». Le immagini, infatti, riprendono le scuderie, le mattine uggiose delle crete senesi in sella a fantastici Anglo-Arabo-Sardi che ogni giorno vengono accuditi con passione e amore. L’obiettivo è arrivare in Piazza del Campo, ma prima bisogna passare per i galoppatoi di Fonni, Oliena e poi, una volta attraversato il mare, Legnano, Fucecchio, Mocciano. I racconti di Antonio Mula o di Sebastiano Deledda, in sardo, delineano la direttrice che parte da dove sono nati per arrivare al luogo dove sono stati accolti. «Molti di loro sono partiti a 15, 16 anni e con molta umiltà cercano di trovare la loro strada», dice il regista che ora presenterà il film in vari concorsi.

Immagini bellissime sia della Sardegna che della Toscana fanno da cornice a storie di integrazione, ricerca di affermazione e volontà di tenere duro. A volte sono intere famiglie che si trasferiscono nelle grandi tenute sulle crete senesi perché questo legame tra cavalli e fantini sardi, tutto finalizzato al Palio di Siena, è diventato quasi indissolubile dagli anni Cinquanta del secolo scorso. Come racconta “Cianchino” nel documentario, il fantino che vince dà una gioia immensa a un popolo e quell’emozione vale la tristezza di dover attraversare il mare.

Il documentario

“Cara a su ‘entu”, prodotto da Andrea Deidda con Terra De Punt e l’Associazione culturale Arvéschida, punta l’obiettivo su gloria e fatica e su quei tre minuti tanto sospirati da quando il canape lascia spazio al calpestio degli zoccoli in Piazza Del Campo. Proprio in questi giorni a Siena si stanno svolgendo le prove notturne per selezionare i cavalli da assegnare alle dieci contrade che correranno domenica per aggiudicarsi il Palio della Madonna di Provenzano. Andrea Sanna, Giovanni Puddu, il giovanissimo Dario Zoroddu di Orotelli, Paolo Arru, saranno lì per far vedere quanto valgono. Potrebbe essere un sogno che si avvera, come è stato per Tittia, nove Palii vinti, il re della piazza. Lui dà l’esempio, gli altri sperano di diventare come lui.

Giuseppe Deiana

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