Una vecchia sedia di legno, l’unica eredità che Pietro riceve alla morte del padre e che lo condurrà alla ricerca di un fratello che non vede da dieci anni. La trama del film la “La sedia”, l’ultimo lavoro del regista campano ma teodorino d’adozione, Gianluca Vassallo, è un viaggio in 14 tappe attraverso la profondità umana. Una sorta di via crucis in cui il protagonista Pietro, interpretato da Michele Sarti, porta sempre con sé quella sedia che è al centro di tutto il filo narrativo, metafora di sofferenza e al contempo di salvezza.

"Non è un caso che il film sia composto da 14 stazioni – spiega Vassallo – perché l’uomo, Pietro, porta la sedia con la stessa fatica con cui Cristo porta la croce”. Nel suo errare alla ricerca del fratello, tra i due c’è una vecchia e profonda frattura, il protagonista farà 10 catartici incontri che si riveleranno un faccia a faccia con la sua coscienza e gli permetteranno, tappa dopo tappa, di ritrovare quell’unico legame e chiudere il cerchio sulla propria esistenza. “È una storia estremamente semplice però porta con sé quello che significa essere soli al mondo, sempre, nonostante tutto, malgrado la comunità che ci circonda e la famiglia”, racconta l’autore.

La pellicola, che sarà presentata a Cagliari il 15 novembre, è il secondo capitolo di una trilogia in cui al centro c’è sempre l’individuo è la sua solitudine e il cui protagonista è ancora una volta l’attore Michele Sarti. “Libertà”, uscito a marzo di quest’anno sul canale in streaming Chili Tv, è il primo dei tre film ed è stato girato a San Vero Milis, mentre i set del lungometraggio “La sedia” sono stati allestiti a Budoni, Loiri Porto San Paolo e San Teodoro, dove si svolge tutta l’ambientazione. È proprio nel centro gallurese che Pietro e suo fratello hanno trascorso le loro estati ed è qui, tra suggestivi scorci costieri e angoli immersi nella campagna, che ha luogo il racconto. Una storia delicata che si svolge nell’arco di 24 ore in una San Teodoro soffocata da una bolla di calore che racchiude il caos dei giorni di ferragosto. Un timelapse di due giorni scandito dal tocco dalle campane di mezzogiorno della chiesa del paese e che richiama ancora una volta una simbologia religiosa che, sottolinea il regista, “è insita dentro di noi anche se la rifiutiamo e orienta il nostro modo di vivere civile. La Passione di Gesù è la stessa che sente il personaggio di Pietro, che dopo la morte del padre e l’assenza del fratello si sente figlio unico nel mondo”.

Nel cast anche Natalia Solona, l’attrice ucraina co-protagonista della web serie “L’estate di Anna” scritta e diretta da Vassallo e uscita nel 2021. E poi ancora Renzo Cugis, Giuseppe Boy, Noemi Medas, Michela Sale Musio, Andrea Sestini, lo stesso Vassallo e Tiziana Troja della compagnia cagliaritana Lucido Sottile, che finanzia in parte il film. Pochi giorni dopo l’uscita prevista a Cagliari il 15 novembre, “La sedia” sarà presentato a Milano e da lì inizierà il suo viaggio tra i festival e la ricerca di una piattaforma per la divulgazione. Prodotto quasi interamente con fondi propri della WhiteBox Studio, e il sostegno di Sardegna Film Commission, la pellicola si avvale di un particolare modello produttivo che prevede un crowdfunding online che consentirà alla troupe di integrare il budget a basso costo. Prodotto senza fondi pubblici, “La Sedia” ha infatti lanciato una raccolta fondi.

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