È convinta che Netflix abbia realizzato – senza interpellarla - una serie tv di successo basandosi sulla sua vita. Per questo, ha deciso di chiedere un risarcimento: il 40% dei diritti d’autore, sia a Netflix che alla rete tv Telemundo, le emittenti che l’hanno trasmessa.

Protagonista della querelle è Avila Beltran, 61 anni, donna messicana i cui legami con i narcotrafficanti le sono valsi il soprannome di "Regina del Pacifico" e che per questo si è rivolta al tribunale, sostenendo che il personaggio Teresa Mendoza in "La Reina del Sur" (La Regina del Sud) – nota serie Netflix del filone “narcos” - è ispirato alla sua stessa storia.

"Vivere con il soprannome di un trafficante di droga è molto difficile", ha detto Beltran.

In risposta, Netflix e Telemundo hanno affermato che la vita di Avila Beltran è "una questione di interesse pubblico", quindi non ci sono motivi per una causa.

La donna è stata arrestata per la prima volta a Città del Messico nel 2007 col compagno, Juan Diego Espinosa, accusato di essere un intermediario del cartello della droga di Sinaloa e dei trafficanti colombiani.

Avila Beltran, il cui soprannome deriva da una ballata sulla droga scritta in suo onore, è stata rilasciata nel 2015 dopo che un giudice messicano ha stabilito che non poteva essere processata due volte per lo stesso crimine.

"La Reina del Sur" è basato sull'omonimo romanzo dello scrittore spagnolo Arturo Perez-Reverte, incentrato appunto su una donna messicana legata ai signori della droga. 

(Unioneonline/l.f.)

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