"La Libertà, quando arriverà, avrà un vestito semplice": sono parole di Francesco Di Giacomo, anima del Banco del Mutuo Soccorso, che oggi avrebbe compiuto 74 anni.

Nato a La Caletta, una frazione di Siniscola, in provincia di Nuoro, il 22 agosto del 1947, all'età di 5 anni Di Giacomo si era trasferito a Roma con tutta la famiglia. Ha avuto delle importanti esperienze nel mondo cinematografico, partecipando a quattro film di Federico Fellini: "Satyricon" del 1969, "Roma" del 1972, "Amarcord" del 1973 e "Clowns" del 1970. Nel 1971 l’incontro con Vittorio Nocenzi, con il quale consolida un'importante amicizia e mette in piedi uno dei più importanti gruppi progressive italiani e internazionali: Banco del Mutuo Soccorso.

 Un salvadanaio con una grossa feritoia in alto, posta al centro della copertina, con uno sfondo bianco e una placca di metallo su cui è impresso il nome del gruppo segnala l’inizio di una rivoluzione musicale che avrebbe cambiato il volto di un paese. Era il 1972 e il Banco del Mutuo Soccorso pubblicava il primo album per la Dischi Ricordi, offrendo all’Italia e al mondo una progressione sonora sorprendente.

“Da qui, messere, si domina la valle. Ciò che si vede è”, recita Francesco Di Giacomo nel brano “In Volo”, che apre il disco. Un percorso sonoro fatto di virtuosismi, ricami ma anche “cavalli corpi e lance rotte si tingono di rosso, lamenti di persone che muoiono da sole, senza un Cristo che sia là”, come in “R.I.P”. Dopo le sonorità sospese di “Passaggio” nei suoi brevi minuto  o il lungo classicismo ruvido e articolato di “Metamorfosi”, il solco del vinile si interrompe improvvisamente per passare al lato B con la mastodontica suite “Il giardino del mago”. “Stan cantando al mio funerale , chi mi piange forse non lo sa che per anni ho cercato me e passo dopo passo con le spine ormai nei piedi. Tanto stanco, stanco”.

Angelo Barraco

© Riproduzione riservata