Per Heidegger il mondo si apre a noi attraverso la sintonia, le influenze, le emozioni. Il teatro, come la musica, ci apre le porte del mondo nello stesso modo. Un’apertura emotiva dentro un mondo che i Motus descrivono e indagano da tanti anni attraverso i loro spettacoli. Come nel caso di quelli proposti da oggi a domenica a Cagliari per la stagione di Sardegna Teatro: “Rafales, machine (cunt) fire, in programma questa sera alle 21 al T-Hotel, in replica domani alle 19.00 e alle 21.00, e “Mdlsx”, ospitato nella sala M2 del Teatro Massimo, il 10 e 11 alle 18.45, e il 12 alle 17.00.

"Raffiche è uno spettacolo nuovo che ha debuttato in ottobre a Bologna, con il quale abbiamo festeggiato i 25 anni della compagnia", dichiara Daniela Nicolò, fondatrice del celebre collettivo di teatro-danza insieme a Enrico Casagrande: "Un lavoro che prende spunto da Splendid’s di Genet e cambia ogni volta a seconda del luogo in cui lo presentiamo. .Del resto il testo è ambientato in un hotel. Splendid’s è uno dei pezzi cult della nostra compagnia. Vista l’impossibilità di modificarlo a causa di divieti imposti dalla casa che detiene i diritti di Genet, abbiamo pensato di dare vita a un’operazione di riscrittura calcando di più la mano sul tema dell’identità, della libertà e della rivolta, anche se con uno sguardo ironico e divertente. Struttura e personaggi rimangono gli stessi del testo di Genet, ma con un approccio più attuale e tematiche fortemente contemporanee. Il nostro è un testo fortemente femminista e perciò interpretato da sole donne".

Delle tante metafore inventate per dire il segreto dell’arte scenica, quella genettiana è la più incisa nella carne.

"Molto del teatro di Genet è fondato sul corpo. Magdalena Barile e Luca Scarlini si sono occupati della drammaturgia di questa pièce. Pur rifacendosi a dei canoni genettiani hanno creato un’opera asciutta e moderna che tratta anche il tema del tradimento, non solo nei confronti degli altri, ma di se stessi e che quindi porta a un cambiamento".

Bisogna tradire il racconto originario per essere credibili nella stesura teatrale?

"A mio parere sì, anche se non al punto da modificare il senso originario dell’opera. Degli spostamenti si possono fare proprio per dare una nuova vitalità a quello che si propone".

Il teatro di Genet è sempre stato un teatro molto forte. In generale, il teatro, nella sua crudeltà, deve continuare a essere un sogno, una visione?

"Certamente. Dopo tanti anni che faccio teatro, continuo a essere innamoratissima del mio lavoro, dove è importante avere uno sguardo puntato sulla realtà e sulle contraddizioni dell’uomo. Al tempo stesso è bello che il teatro faccia ancora sognare, immaginare prospettive future. Trovo stimolante affrontare cose concrete ma anche giocare sul mistero, porre interrogativi. Magari indicare dei percorsi. I nostri spettacoli comunque sono sempre molto aperti all’interpretazione di chi guarda".

Il teatro è come la società: sempre in crisi.

"E forse con le nuove leggi lo è ancora più del passato. Noi siamo fortunati perché negli anni abbiamo messo in scena spettacoli che hanno avuto molta visibilità in Italia e all’estero. Nei primi dieci anni di attività non abbiamo visito l’ombra di un finanziamento pubblico. Mano a mano che il nostro nome è cresciuto, sono arrivati anche quelli. Stare troppo comodi però non stimola la creatività. Nonostante le tante difficoltà, gli artisti hanno sviluppato una grande capacità di adattarsi,cambiare percorso, inventare nuove forme, nuove modalità produttive. Se il cinema è statico perché alla fine il film sempre quello è, il teatro no. Uno spettacolo teatrale è in continuo movimento. Lo puoi modificare come vuoi. Non a caso noi ci chiamiamo Motus".

Il secondo spettacolo, Mdlsx, affronta la tematica gender. Il National Geographic in gennaio ha dedicato un numero speciale a questo argomento e Sky il 31 ha mandato in onda un documentario che racconta le nuove realtà di identità sessuale…

"L’ho visto. Mi è piaciuto molto. Quando abbiamo iniziato a lavorare su questo tema, se ne parlava ma non tantissimo. Poi l’attenzione è esplosa. E’ una realtà che coinvolge tanti adolescenti. Non esistono solo due sessi e ora per fortuna, malgrado i pregiudizi, se ne parla apertamente".
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