Si è sperato fino all’ultimo secondo che “Io, Capitano” di Matteo Garrone potesse vincere il premio di miglior film straniero all’ultima edizione degli Oscar. Un po’ come avviene nella toccante odissea che vede i due protagonisti compiere un viaggio dall’Africa fino al continente europeo in cerca di nuove opportunità, così la selezione ufficiale da parte dell’Academy ha fatto credere, per la forza e l’audacia dimostrata nell’affrontare un tema così attuale e delicato come quello dell’immigrazione, che il titolo potesse conquistare - allo stesso modo di quanto avvenuto a Venezia col premio per la miglior regia - anche la kermesse hollywoodiana, omaggiando il nostro paese con un’altra statuetta dopo quella ottenuta da Paolo Sorrentino nel 2014 con “La grande bellezza”.

Tuttavia, anche quest’anno le pellicole scelte per rappresentare la categoria internazionale si son rivelate estremamente valide, e non stupisce in fondo che nel mezzo di così tante proposte d’alto livello abbia vinto proprio “La zona d’interesse” di Jonathan Glazer, se oltre alla qualità del suo impianto artistico gli considerassimo il merito di aver contestualizzato il tema della shoah alla luce, soprattutto, dei recenti dibattiti geopolitici che interessano il conflitto israelo-palestinese. Un segnale non proprio incoraggiante per la vittoria di Garrone abbiamo potuto coglierlo anche dal mancato premio ai Golden Globe, conferito ad “Anatomia di una caduta” della francese Justine Triet. Sappiamo infatti che, non sempre ma frequentemente, i globi d’oro rappresentano una sorta di anticamera per l’assegnazione del premio Oscar.

Se “Io, Capitano”, insomma, fosse uscito vincitore dal festival dello scorso 7 gennaio, i motivi per credere che avrebbe potuto trionfare anche l’11 marzo sarebbero stati certamente più verosimili. Aldilà dell’esito, non si può certo negare che la visibilità riscossa da “Io, Capitano” a livello internazionale può dirsi di buon auspicio per il futuro, e l’esperienza losangeliana vissuta da Garrone si è rivelata ugualmente preziosa. Al termine delle premiazioni, in compagnia degli attori Seydou Sarr e Moustapha Fall, Garrone ha infatti sostenuto che: «È stato un viaggio fantastico, una grande avventura. Ringrazio tutti coloro che ci hanno supportato in Italia in questo periodo, che hanno tifato per noi, i partner produttivi Rai Cinema e Pathé, il MIC, e tutti coloro che hanno seguito il film e lo hanno amato. Tutte le persone che lo hanno visto nei cinema del mondo e ci hanno regalato grandi emozioni. E il viaggio non finisce qui perché ad aprile andremo in Senegal dove tutto è iniziato e porteremo il film nei villaggi più remoti con degli schermi mobili».

Alle sue dichiarazioni son seguite immediatamente le riflessioni di Paolo Del Brocco, amministratore delegato di Rai Cinema: «Essere arrivati fin qui è un risultato straordinario ed ora, nella notte più emozionante, tornano alla mente gli applausi e la commozione raccolti negli ultimi mesi in giro per il mondo. E come un lungo abbraccio continueranno ad accompagnarci nel viaggio che proseguirà il film, ora che ha raggiunto una risonanza mondiale. Festeggiamo con tutti i reali protagonisti di questa storia, con Mamadou Kouassi e Fofana Amara, con i due giovanissimi e straordinari attori Seydou Sarr e Moustapha Fall, e con Matteo Garrone questo bellissimo traguardo, a loro va il nostro più grande ringraziamento e le nostre congratulazioni. Matteo Garrone, grazie al suo enorme talento, ha acceso ancora una volta nel mondo, i riflettori sul cinema italiano. Ha portato di nuovo l'Italia a competere con le eccellenze della cinematografia internazionale fino alle battute finali, un risultato che ha qualcosa di prodigioso, visto che abbiamo gareggiato contro le forze smisurate delle grandi piattaforme e dei grandi distributori con budget a disposizione molto più sostanziosi».

Considerazioni che aprono le porte ad una maggiore visibilità del nostro cinema nei prossimi appuntamenti, il cui merito va principalmente attribuito allo straordinario lavoro compiuto da Garrone e dal suo team. Alla speranza di vedere ancora una volta un film italiano primeggiare fra i concorrenti esteri si associa il commento del presidente di Rai Cinema Nicola Claudio: «Io Capitano ha attraversato i continenti e gli oceani per raccontare una storia ispirata alle migliaia di odissee quotidiane intraprese dai migranti. E continuerà a raccontarle ancora, perché il film è stato venduto in tutto il mondo e proseguirà a lungo il suo cammino grazie al prestigio mondiale conquistato in questi mesi. Per Rai Cinema e per tutta la Rai questo traguardo rappresenta un grande motivo di orgoglio, un ulteriore forte stimolo per continuare a raccontare, attraverso il cinema, la nostra contemporaneità».

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