Con il ritorno al 100% della capienza dei posti disponibili il cartellone della grande prosa, allestita dal Cedac con il sostegno della Regione Sarda, del Comune di Cagliari, della Fondazione di Sardegna e la direzione artistica di Valeria Ciabattoni, continua a proporre titoli di grande interesse.

Nell'accogliente platea del Teatro Massimo, che dal primo gennaio sarà, per almeno due anni, la casa della stagione teatrale, ideata più di 40 anni fa da Antonio Cabiddu, patron del sodalizio, in sinergia con Jazz in Sardegna di Massimo Palmas ed il Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna, arriva il terzo appuntamento con un best seller del teatro classico, “Il Tartufo” di Molière: l'ambiguo fascino della virtù per un vivido e spietato affresco di varia umanità.

La celebre commedia di uno degli autori più amati sarà in cartellone da stasera, mercoledì 10 novembre, fino a domenica 14 con una programmazione molto intensa viste le numerose richieste del pubblico.

Allo spettacolo si potrà assistere tutti i giorni alle 20.30 fino a sabato e la domenica alle 19, mentre venerdì alle 16.30 ci sarà anche una replica pomeridiana.

Sotto i riflettori Giuseppe Cederna nel ruolo dell'inquietante protagonista, un pericoloso seduttore, quasi un "profeta anticonformista" o meglio un "guru fanatico" che come un "angelo oscuro" o un "demone pietoso" irrompe nella casa di un ricco borghese stravolgendone i fragili equilibri, accanto a Vanessa Gravina, che interpreta l'enigmatica Elmira e Roberto Valerio - che firma anche la regia - nei panni di Orgone, prima vittima dell'inganno, quasi folgorato dalle rivelazioni di quel maestro nell'arte della finzione divenuto il simbolo dell'ipocrisia.

Nel cast anche Massimo Grigò (Cleante, cognato di Orgone, ma anche il cameriere Lorenzo), Irene Pagano (Marianna, la figlia di Orgone), Elisabetta Piccolomini (Madama Pernella, madre di Orgone e anch'essa come il padrone di casa ammaliata dal perfido ingannatore), Roberta Rosignoli (la cameriera Dorina) e Luca Tanganelli (Damide, figlio di Orgone e potenziale "rivale" di Tartufo nella lotta per l'eredità) che prestano volto e voce ai personaggi di un intrigante e efficace "ritratto di famiglia" tra asperità e contrasti, speranze e segreti.

La pièce, nell'interessante mise en scène dell'Associazione Teatrale Pistoiese/Centro di Produzione Teatrale, tocca un tema cruciale nell'odierna civiltà dell'apparire, mettendo l'accento sul contrasto tra le alte qualità morali ostentate pubblicamente dall'ospite e i suoi reali intenti, sottolineando la dissonanza tra l'imperturbabilità di una maschera e l'intreccio di ambizione, avidità e lussuria che si celano dietro quell'immagine di perfezione esteriore.

Una vicenda emblematica proiettata in pieno Novecento, tra perbenismo e materialismo, con le evocative scenografie di Giorgio Gori e i variopinti costumi di Lucia Mariani, in un crescendo drammatico, sottolineato dal disegno di luci di Emiliano Pona e dall'attenta regia del suono di Alessandro Saviozzi, dove la farsa si volge quasi in tragedia rivelando ancor oggi la sua sorprendente attualità.

"Tartufo" è una commedia dolceamara sulla innegabile fragilità umana in cui Molière si scaglia contro l'ipocrisia, tanto da suscitare aspre reazioni e tentativi di censura, ma che risulta per la precisa delineazione dei caratteri e il raffinato meccanismo teatrale, tra pathos e colpi di scena, assolutamente godibile e "credibile" pur nei toni grotteschi anche in un'attenta rilettura in chiave, quasi, contemporanea, in cui l'amoralità del protagonista si conferma, ancora una volta, in ogni epoca, in tutta la sua sulfurea potenza, al di là del bene e del male.

L.P.

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