A detta degli organizzatori è il festival più "chiacchierato" d'Italia. "E anche se le paure dei primi anni sono state superate, c'è ancora qualcuno che fa gli scongiuri. Ma noi tiriamo avanti con l'unica preoccupazione di portare sul palco uno spettacolo degno di essere ricordato".

Va in scena questa sera a Rivignano Teor, piccolo comune in provincia di Udine, l'ormai tradizionale appuntamento con il "Festival mondiale della canzone funebre".

L'appuntamento, che rientra nell'ambito della locale Fiera di Santi, vedrà come ormai tradizione convergere nel paesino della Bassa Friulana artisti e cantautori provenienti da tutta l'Italia con l'obiettivo di cantare "un affettuoso pensiero dedicato a un amico che non c'è più ovvero qualche tenera riflessione sul brivido dell'ignoto".

Poesia, malinconia e sottile ironia gli ingredienti al centro della singolare iniziativa canora, che negli ultimi anni ha destato interesse e curiosità anche all'estero.

Fortemente voluto dagli amministratori locali, il festival si propone di stimolare una produzione musicale e poetica sulla morte, legata al paese da tanti aneddoti e dall'antica tradizione della Fiera. Con la possibilità di godere così dell'esibizione – rigorosamente gratuita - di tanti rinomati artisti, "che in questo periodo di ristrettezze non è poca cosa...", commentano gli organizzatori.

I protagonisti di questa edizione saranno "All'ultimo momento", "Bratiska", "Arno Barzan, Cristina del Tin e Francesca Smiraglia", "Giacomo Toni", "Yerba Project", "Fabio Steve Ulliana & Off Limits Band". A presentare Ermes Di Leonardo con l'accompagnamento dei valletti Enrico Tonazzi e Rocco Burtone.

La tradizione del 2 novembre si rinnova dunque a Rivignano Teor, con un omaggio ai defunti, alla musica e al ballo che già aveva colpito nel corso di una visita, nell'ormai lontano 1856, Ippolito Nievo, al punto che non mancò di ricordare tale accadimento nel romanzo storico-autobiografico “Le confessioni d’un italiano”, tra l'altro ambientandolo nel Settecento e avendo cura di precisare che già allora era antichissima la sagra di Rivignano "ove si balla, si balla tanto da perdere i sentimenti e le scarpe".

(Redazione Online/v.l.)
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