Ancora incantati dalla sconcertate meraviglia di “Dune - Parte Due”, siamo già in attesa di scoprire qualche prezioso dettaglio su ciò che riguarda il prossimo capitolo. Conosciuto col titolo “Il Messia”, il terzo episodio della saga fantascientifica nata dal genio di Frank Herbert e brillantemente riportata su schermo dalle prodezze registiche di Denis Villeneuve, sta finalmente per avviarsi alle prime fasi di sviluppo, dopo un periodo di pausa che il director ha voluto concedersi prima di calcare nuovamente il set. Recentemente intervistato da Deadline, Villeneuve ha innanzitutto confermato lo slittamento dei lavori rispetto ai piani iniziali, probabilmente condizionato dagli impegni del protagonista Thimothée Chalamet in altri progetti cinematografici.

Oltre alle occupazioni della giovane star, potrebbe interferire con la programmazione anche l’agenda di Zendaya, che con buona probabilità rivedremo nella prossima serie di “Euphoria” e nel cinecomic “Spider-Man 4”. Inizialmente riportato dalla stessa fonte che la produzione del titolo avrebbe preso il via solo nel 2026, voci più recenti hanno invece riferito a THR che i lavori cominceranno già la prossima estate; in concomitanza con le riprese di “Spider-Man 4”, cosa che - almeno sulla carta - dovrebbe far supporre che la parte riservata all’attrice di Mary Jane sarà piuttosto ristretta. Ancora in attesa di scoprire chi collaborerà alla sceneggiatura, è stata svelata nel frattempo la data d’uscita ufficiale: atteso per il prossimo 18 dicembre 2026, “Dune 3” si conferma il film anticipato da Warner Bros negli scorsi mesi, di cui inizialmente non si conosceva il titolo e che molti fan ritenevano si trattasse proprio del nuovo “Dune”. Al momento impegnato nella selezione del cast, è lecito supporre che il director non assumerà ulteriori impegni prima di dar luce a questo nuovo ed ambizioso episodio. Come nell’opera originale, in “Dune 3” assisteremo a una trama ambientata dodici anni dopo gli eventi conosciuti nel primo film. Ciò porterà inevitabilmente Paul Atreides ad assumere un aspetto più maturo rispetto a quanto visto finora. A questo proposito, il regista ha ammesso di avere le idee chiare su come procedere, senza però scomodarsi con ulteriori dettagli.

Anticipando qualcosa sul progetto durante il podcast di Vanity Fair Little Gold Men, ha rivelato: «In primo luogo, è importante che la gente capisca che per me era davvero un dittico. Mi sono avvicinato alla regia di due film che hanno costituito l'adattamento del primo libro. Conclusa questa parte, se dirigo un terzo film, che è in fase di scrittura, non sarà come una trilogia. È strano dirlo, ma se torno a rivisitare quel mondo è per fare qualcosa che sembri diverso e abbia una propria identità».

Per chi invece non può resistere all’attesa, la serie spin-off di HBO MAX “Dune - Prophecy” potrà lenire gli animi più sofferenti al partire dal prossimo 17 novembre. Come dichiarato alla rivista Empire dal produttore esecutivo Jordan Goldberg, lo show non vedrà il coinvolgimento diretto di Villeneuve e dello sceneggiatore Jon Spaihts, ma assicura che si svolgerà “nello stesso universo” della saga cinematografica e manterrà con essa il massimo dell’aderenza stilistica e contenutistica: «Sentiamo di dover seguire l'essenza di ciò che Denis ha realizzato. Lui ha impostato il tono. Oltre agli intrighi politici, c'è anche una grande parte di spionaggio. Ma anche tantissima azione e avventura. C'è una storia d'amore. E ciò che è davvero eccitante per me è che avremo anche un sacco di roba horror».

Pur essendo ambientata diecimila anni prima gli eventi conosciuti in “Dune”, la serie avrà un tono molto simile a quello visto negli episodi sul grande schermo, proponendo una scenografia ed un immaginario tecnologico estremamente familiare, come raccontato dalla co-showrunner Alison Schapker: «Durante le Guerre delle Macchine, gli esseri umani hanno combattuto contro i computer, l'intelligenza artificiale e tutti i tipi di cose che oggi ci affrettiamo a sviluppare. Dune immagina come sarebbe se si verificasse lo scenario peggiore e gli esseri umani dovessero ricostruire tutto daccapo dopo essere arrivati quasi sull'orlo dell'estinzione. Quindi la tecnologia è stagnante, i computer sono proibiti. Si ottiene una sorta di futurismo neo-feudale e fantascientifico che ci dà la possibilità di sviluppare una trama incredibile».

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