"Purtroppo, in totale buona fede, mi sono affidata ai professionisti sbagliati. Sono stata mal consigliata sotto il profilo fiscale quando, ancora giovanissima, a 19 anni ho iniziato la mia attività". Sono le parole con cui l'ex Miss Italia, Cristina Chiabotto, ha commentato la notizia relativa alla sua pesante situazione debitoria col fisco pari a 2,5 milioni di euro e che l'ha costretta, nei mesi scorsi, a presentare l'avvio di una procedura di liquidazione prevista dalla legge 3 del 2012, la cosiddetta legge "salva-suicidi".

"Non voglio sottrarmi al mio dovere, anzi - ha chiarito ancora la Chiabotto - Vorrei solo fosse rispettato un principio valido per chiunque, e cioè che l'ammontare dovuto di tasse si basi su quanto effettivamente guadagnato".

"Ci tengo inoltre a precisare - ha poi aggiunto - che, a differenza di quanto riportato da alcuni organi di stampa, nel decreto (peraltro pubblico) non si parla mai di evasione, ma piuttosto di 'comportamento elusivo non fraudolento' come espressamente dichiarato dal giudice".

IL DECRETO - Nelle carte si legge che la posizione debitoria della Chiabotto si è manifestata "in modo prorompente" già nel 2014, in conseguenza di verifiche effettuate dalla Guardia di Finanza di Torino in relazione al periodo 2008-2013. All'esito di quelle verifiche è stato "accertato un comportamento elusivo

(non fraudolento) e di conseguenza ripreso a tassazione un reddito superiore rispetto a quello dichiarato". Le cartelle di pagamento emesse dall'Agenzia delle entrate, che si sono sommate a quelle relative al mancato versamento delle imposte degli anni 2014 e 2015, ha fatto lievitare il debito al punto da costringere l'ex miss Italia a chiedere l'avvio della procedura di liquidazione prevista dalla legge "salva-suicidi".

In questo caso, la Chiabotto vi ha potuto accedere, come scrive il giudice del tribunale di Ivrea, in quanto "non ha posto in essere atti in frode ai creditori" e in qualità di "lavoratrice autonoma nel campo dello spettacolo".

"Non mi resta che attendere l'esito della procedura - ha concluso Cristina Chiabotto - con la serenità di chi ha la coscienza a posto".

(Unioneonline/v.l.)
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