Scoprire che una serie televisiva italiana riesce a spopolare nel mercato internazionale non è certo una notizia che siamo abituati a sentire. È quanto sta accadendo con “Citadel: Diana” lo show televisivo in esclusiva per Prime Video nato come spin-off della precedente “Citadel”, diretta da Arnaldo Carinari e ideato da Alessandro Fabbri insieme al contributo del fratelli Joe ad Anthony Russo.

In un saliscendi di intrighi e azione da cardiopalma, l’affermata Matilda De Angelis veste i panni dell’agente segreta Diana Cavalieri, che impegnata in una fuga disperata sarà costretta a mettere in gioco tutte le proprie risorse e a stipulare alleanze che non avrebbe creduto possibili. In un’avveniristica Milano del 2030, Diana è finita intrappolata all’interno dell’organizzazione nota come Manticore, dopo aver operato nelle sue file da agente sotto copertura per conto di Citadel.

L’unico modo che ha di scappare è affidato a Edo Zani, erede di Manticore Italia, un aiutante del tutto inaspettato che intende affrontare le più potenti famiglie europee per mantenere il proprio dominio. Dopo il successo della serie originale nel 2023, “Citadel: Diana” è il primo side project tratto dallo stesso universo ad aver debuttato fra quelli previsti nella programmazione di Prime Video, oltre all’uscita della seconda stagione di “Citadel” attesa nel 2025 e a quella dello spin-off indiano “Citadel: Honey Bunny” a novembre.

In una passata intervista, Anthony Russo e la sorella Angela hanno espresso con chiarezza cos’ha significato partire dall’esperienza dei titoli Marvel Studios per arrivare all’immaginario spionistico di questo mondo interconnesso: «Una parte della nostra esperienza nello storytelling Marvel ci ha insegnato ciò che abbiamo fatto qui. Parte del fascino della narrazione dell'MCU era che le storie viaggiavano a livello internazionale in ogni parte del globo. Una comunicazione massiva e intensa tra il pubblico a proposito di quei film. Ha davvero connesso le persone dappertutto e questo era qualcosa di davvero notevole che credo ci abbia davvero ispirato facendoci dire: è bellissimo vedere il pubblico abbracciare queste storie. Perché non troviamo un modo per condividere lo storytelling anche con gli stessi sceneggiatori? Non solamente gli spettatori. Quella è stata la vera innovazione».

Poco dopo il lancio di “Citadel: Diana” lo scorso weekend, Prime Video ha rilasciato i risultati d’ascolto con un esito a dir poco sorprendente: la serie registra il miglior risultato di sempre per uno show italiano sulla piattaforma, collocandosi al primo posto tra le serie più viste in Italia, Stati Uniti e Regno Unito, e nella Top 5 in oltre centocinquanta paesi. Per l’occasione, il produttore televisivo James Farrell di Amazon Studios ha rilasciato il seguente comunicato: «Il successo di Citadel: Diana dimostra che i nostri spettatori in tutto il mondo continuano ad apprezzare le storie locali, realizzate dai migliori narratori e talenti locali. Il mondo di Citadel rappresenta un concept davvero unico, e il nostro obiettivo era creare un nuovo mondo di spionaggio in grado di funzionare a livello globale. Lo storytelling innovativo di Citadel: Diana è riuscito a realizzare proprio questo, grazie ad una spy story ricca di azione, che mette al centro i personaggi ed è in grado di attrarre il pubblico in tutto il mondo».

Ad aver favorito il successo della serie, confermano i suoi creatori, è stato il giusto equilibrio tra sviluppo dei personaggi e sequenze cariche di adrenalina. In un’intervista che ha preceduto di pochi giorni l’uscita, il regista Arnaldo Catinari ha affermato: «Fin dalle prime letture che abbiamo fatto ci siamo chiesti come fare a far diventare questi personaggi veramente tridimensionali. Come fare a suscitare il massimo di empatia possibile da parte del pubblico. È stata una delle linee guida del nostro racconto, concentrarci sulla vita di Diana e di tutto il mondo che le sta attorno».

E sull’assoluta novità che rappresenta il genere per le produzioni nostrane, ha continuato dicendo: «Le scene action sono assolutamente analogiche, e la nostra Diana ha preso un sacco di botte. Non solo lei, anche Lorenzo e gli altri del cast. E non è una cosa che capita di sovente, tanto che la stessa Matilda De Angelis ci ha tenuto a definirla un unicum all'interno del panorama italiano e della sua carriera, sperando che possa dare il via, in qualche modo, alla rinascita di un genere che ci può tranquillamente appartenere se c'è il coraggio e la volontà di farlo accadere».

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