“Anemone”, il ritorno al cinema di Daniel Day-Lewis spacca in due la critica
Il film è stato selezionato in concorso ad “Alice nella Città”Daniel Day-Lewis (Ansa)
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Si percepisce una certa attesa per l’imminente ritorno sul grande schermo di Daniel Day-Lewis. Dopo l’annuncio del suo ritiro nel 2017, poco dopo l’uscita dello splendido “Il filo nascosto” di Paul Thomas Anderson, sembrava che la star britannica - ricordata anche per il primato di ben tre premi Oscar come miglior attore protagonista - si fosse definitivamente decisa ad abbandonare i set per dedicarsi a tempo pieno ad altre attività e interessi.
Eppure, la scelta di voler supportare attivamente il figlio Ronan nel suo debutto alla regia lo ha spinto - per la seconda volta, dopo il suo primo ritiro a metà degli anni ‘90 - a ritrattare le precedenti posizioni e a comparire in “Anemone”, pellicola che debutterà nelle sale il prossimo 6 novembre 2025. Con un cast che comprende anche Sean Bean, Samantha Morton e il giovane Samuel Bottomley, il film racconta un dramma familiare incentrato su due fratelli che, dopo un lungo periodo di lontananza, si ritrovano per affrontare vecchi traumi e conflitti irrisolti, ma anche per riscoprire l’affetto reciproco che ha tenuto vivo il loro legame negli anni.
Impegnati insieme nelle tappe internazionali per l’anteprima, padre e figlio porteranno “Anemone” anche all’interno della manifestazione “Alice nella città”, in programma a Roma dal 15 al 26 ottobre. Dopo le presentazioni al New York Film Festival e a Londra, Daniel e Ronan saranno nella capitale per introdurre la pellicola e sostenere una masterclass congiunta con il pubblico presente.
Ancora una volta, le premesse lasciano intendere un ritorno di Daniel Day-Lewis intenso e viscerale come in passato, e un esordio per Ronan che potrebbe avviarlo a una carriera promettente. Allo stesso modo, però, le prime recensioni della critica diffuse online hanno fatto discutere. Secondo i dati riportati da Rotten Tomatoes e Metacritic, il film si attesta al momento su una percentuale di gradimento rispettivamente del 79% e del 55%. Numeri che, pur indicativi, potrebbero ridimensionare le aspettative.
Dalle opinioni della stampa emerge che il titolo sarebbe penalizzato da un eccesso di forma, a scapito del contenuto drammatico. Owen Gleiberman di Variety ha scritto nella sua recensione: “Trovo commovente che Daniel Day-Lewis sia uscito dal ritiro per lanciare la carriera cinematografica di suo figlio. Questo è un papà che fa per voi! E non ho alcun problema con il nepotismo che c'è dietro tutto questo. Ma Anemone rimane comunque un film fallimentare: arido, pretenzioso e statico, con troppa fotografia artistica compiaciuta e indie rock apocalittico e troppo poco dramma”.
A sostenere l’impianto del film, almeno in parte, sembra esserci però l’interpretazione impeccabile di Daniel Day-Lewis. David Rooney dell'Hollywood Reporter ha sottolineato come l’attore, anche dopo gli anni di assenza, dimostri di non aver perso nulla del suo carisma: “Magro e forte, con una chioma di capelli argentati e folti baffi che potrebbero far sentire minacciato Sam Elliott, il tre volte vincitore dell'Oscar conserva intatta la sua magnetica intensità”.
Eppure, proseguendo nella recensione, anche il suo giudizio lascia intendere che qualcosa non abbia funzionato appieno, soprattutto dal punto di vista della scrittura: “Nonostante la specificità politica della storia familiare qui riportata alla luce, la sceneggiatura presume un livello di profondità che semplicemente non c'è nei silenzi pesanti e nei montaggi confusi del film”.
Più indulgente il parere di Ryan Lattanzio di IndieWire, che pur riconoscendo diverse problematiche intravede nel giovane Ronan Day-Lewis un potenziale destinato a emergere: “Anemone è un film deludente dall'inizio alla fine, ma è diretto con una maestria tale da suggerire l'effettiva intelligenza e il talento del suo regista-sceneggiatore”.
In attesa di poter esprimere un giudizio personale sul film, fanno sorridere le recenti dichiarazioni di Daniel Day-Lewis a Rolling Stone, dove ha chiarito di non aver mai voluto realmente abbandonare il mondo della recitazione, ma di aver semplicemente preferito dare spazio ad altri impegni che, in quella fase della sua vita, richiedevano maggior attenzione. A posteriori, l’attore ha anche riconosciuto di essere forse sembrato “molto arrogante” pubblicando la dichiarazione con cui annunciava il ritiro. Inopportuno o meno, non possiamo che gioire del fatto che, ancora una volta, abbia deciso di cambiare idea.