Cinque anni fa, il 26 novembre del 2018, moriva il maestro del cinema italiano Bernardo Bertolucci. Settantasette anni, era a casa sua in via della Lungara, nel rione di Trastevere, a Roma, quando è stato colpito da una crisi respiratoria.

Nato a Parma il 16 marzo 1941 dal poeta Attilio e Ninetta Giovanardi, è cresciuto assieme a suo fratello Giuseppe ed è il nipote del produttore cinematografico Giovanni Bertolucci. Fin da piccolo respira aria di cinema in casa sua che, da adolescente, lo spingerà a realizzare cortometraggi in 16 mm come Morte di un maiale e La teleferica (1956-1957), girati nella casa di Casarola sull'Appenino emiliano. 

Nel 1962, con Tonino Guerra come produttore, realizza il suo primo lungometraggio, La commare secca, su soggetto e sceneggiatura dell’amico Pier Paolo Pasolini. Dopo anni di sperimentazione tra il Living Theatre e Sergio Leone (per cui scrisse insieme a Dario Argento il soggetto di C'era una volta il west) suoi nel 1970 due capolavori: Strategia del ragno e Il conformista, dal racconto dell'amico Alberto Moravia.

Nel 1972 arriva il clamoroso successo di Ultimo tango a Parigi con un grande Marlon Brando e Maria Schneider in una delle più memorabili tragedie dello schermo. Il pubblico reagisce in maniera entusiastica a un dramma erotico che però scatenerà un ciclone di scandali, sequestri, polemiche. Bertolucci viene condannato a 4 mesi per oscenità, ma la Storia del Cinema è cambiata ormai e, a confermarlo, arrivano un Nastro d'Argento e una candidatura all'Oscar come miglior regista.

Segue l'epico Novecento (1976) con un cast mostruoso (Robert De Niro, Gérard Depardieu, Sandrelli, Sanda, Valli, Burt Lancaster e tanti altri ancora). Negli anni Ottanta la punta di diamante della sua carriera: L'ultimo imperatore (1987), con Peter O'Toole diretto in Cina con una straordinaria potenza visiva. L'ultimo imperatore si guadagna ben nove Oscar, fra cui quelle per la migliore sceneggiatura non originale e per il miglior regista, e fa anche incetta di BAFTA, César, David di Donatello, Golden Globe, European Award e Nastri d'Argento.

Quindi 12 autori per 12 città (1990) con Michelangelo Antonioni, suo fratello Giuseppe Bertolucci, Mauro Bolognini, Alberto Lattuada, Carlo Lizzani, Mario Monicelli, Ermanno Olmi, Gillo Pontecorvo, Francesco Rosi, Mario Soldati, Franco Zeffirelli e Lina Wertmüller, raccontando la sua Bologna. Poi Il tè nel deserto (1990) con John Malkovich, e il Piccolo Buddha (1993). Dopo tre anni torna alla carica con Io ballo da sola (1996) con Stefania Sandrelli, infine L'assedio (1998), tratto da un racconto di James Lasdun, e The Dreamers - I sognatori (2003).

(Unioneonline/D)

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