La cucina olbiese deriva dai prodotti della Gallura

Il buon cibo resta un ottimo biglietto da visita per ogni destinazione che si rispetti: i piatti tipici regalano una esperienza sensoriale indimenticabile.

Le pietanze della tradizione gallurese derivano dalla vecchia cultura contadina e pastorale e, spesso, si legano a momenti celebrativi.

Una ricetta tipica di San Simplicio e dell'intera Gallura è, infatti, il capretto al mirto: un secondo piatto dal gusto delicato. La sua preparazione prevede una marinatura profumata di mirto e alloro, la cottura in forno e un tocco finale dato da un sugo saporito.

Delizioso primo piatto tipico della zona e preparato con ingredienti poveri tipici della campagna è la Suppa cuata, zuppa gallurese: la ricetta tradizionale prevede strati di pane raffermo e formaggio fresco, bagnati da brodo di carne e cotti in forno. Questo piatto ha origini antiche, risalenti al Medioevo e diverse sono le sue varianti: in Gallura si utilizza il pane carasau o la spianata.

La mazza frissa è, invece, un poco noto antipasto: l’unione della panna di latte fresco con la semola di grano che crea una crema simile a quella di formaggio. La mazza frissa si abbina nella tradizione sia con il miele, sia con piatti salati come le fave stufate, ma è ottima anche come sugo per gli gnocchetti.

La cucina olbiese è semplice e dai gusti genuini, senza fronzoli, con notevoli interferenze delle varie genti che hanno abitato la cittadina nel tempo. Ecco che dal mare giunge la tradizione alimentare dei pescatori. I ricci donano sapore ai migliori primi e sono ancor più apprezzati da crudi.

Un altro sapore collegato al mare è la bottarga (uova di muggine), ottimo condimento per importanti piatti di pasta ma ancor più gradevole antipasto se consumata da sola o magari accompagnata dal sapore del sedano.

Un antipasto succulento sono le orziadas: frittura di anemoni o attinie passate nella semola e nell’olio di rosmarino.

Tipica della cucina olbiese è anche la burrida: gattuccio lessato e condito con salsa a base di fegatini di pesce.

Impagabili sono i dolci al miele come le seadas, le tiliccas e le copulettas. Bontà della gastronomia olbiese, le Tilicas de saba sono un dolce dal sapore unico fatto di una pasta sfoglia che racchiude un ripieno di saba e mandorle.

Le Copulettas, tipici dolci galluresi, sono molto sfiziose e ripiene di marmellata, sapa, miele e mandorle, ricoperte da glassa e decorate con palline colorate.

Ogni sapore si accompagna a un buon bicchiere di Vermentino di Gallura che rappresenta l'importanza viticola del territorio. La sola denominazione DOCG della Sardegna, la Vermentino di Gallura DOCG, si produce in un'area che si estende interamente nella provincia del Nord Sardegna. Le tipologie coinvolte sono Vermentino di Gallura Superiore, Vermentino di Gallura Frizzante, Vermentino di Gallura Spumante, Vermentino di Gallura Passito, Vermentino di Gallura Vendemmia tardiva.

Le cozze sono protagoniste

Specialità olbiese sono le cozze, coltivate in tutto il golfo e riferimento fisso in cucina, tutto l’anno. Vengono cucinate in vari modi: crude, alla marinara, gratinate, preparate in zuppe e gustate con pasta e salse verdi ma anche bollite, secondo la tradizione della mitilicoltura introdotta dai primi coltivatori tarantini alla fine dell’Ottocento.

I primi mitilicoltori, famiglie genovesi e poi tarantine, studiarono le acque del golfo, riscontrando similitudini con le zone di allevamento di mitili e ostriche. Una tradizione antica servita nelle tavole di Olbia, dove le cozze diventano un prodotto identitario presente in tutti i mercati e protagoniste delle feste popolari della cittadina.
 

Irresistibili spiagge lungo la costa del Nord Sardegna

Cosa vedere
Dall'Arcipelago di Tavolara a Olbia

Tra le più celebri calette si citano Porto Istana, Marina Maria, costa Corallina, Porto Taverna, Lu Impostu e cala Brandinchi.

Da Olbia si approda nel nord dell'isola e si ammira un centro economico ma anche un fulcro di reperti storici, tra cui un tesoro di 900 monete d'oro, ospitati nel museo Archeologico, sull’isolotto di Peddone. La necropoli punico-romana poi divenuta cristiana con circa 450 tombe si è unita al museo della necropoli, che si erge ai piedi dell’altare della fascinosa basilica di san Simplicio, patrono della cittadina festeggiato ogni maggio.

La città di Olbia regala molti itinerari culturali, si suggerisce una visita al Nuraghe Riu Mulinu, alla tomba dei Giganti di Su Monte de S'Abe, alle Mura Puniche, al Castello di Pedres e all'Acquedotto Romano.

L'influenza culinaria delle genti che approdavano a Olbia


Cosa mangiare
Alcuni piatti tipici del Nord Sardegna

I chiusoni (ciusoni, cjusoni) sono gli gnocchi fatti a mano con farina di grano duro, dalla forma cilindrica rigata e conditi con sugo al basilico o ragù di manzo o cinghiale.

Li Puligioni, sono i tipici ravioli galluresi fatti a mano, con un ripieno che unisce la ricotta e l’agrume del limone o dell’arancia.

Nella pasticceria secca si annoverano i mindulati, a base di mandorla, i papassini, con noci e uvetta ricoperti da glassa di zucchero, le cucciuleddi che contengono miele o saba.

Anche la gastronomia di Arzachena è influenzata dai sapori galluresi. Il cinghiale alla montagnina è servito con purè di patate, polenta, cavolo rosso stufato o gnocchetti.


Feste e sagre:
Il patrono olbiese è celebrato a metà maggio con la coinvolgente Festa di San Simplicio: un corteo in costume accompagna la processione. Ai festeggiamenti si uniscono anche il palio della Stella e la Sagra delle cozze.

A fine luglio si organizza la Sagra Mazza Frissa a Sant’Antonio di Gallura.

A settembre, ad Arzachena, si svolge la Festa patronale di Santa Maria della Neve con appuntamenti religiosi e popolari.

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