La riserva di Monte Arcosu
A pochi chilometri dal capoluogo sardo, si estende una vasta area di quasi quattro mila ettari di foresta, identificata come la più grande riserva del WWF in Italia, dal 1985: l'oasi di Monte Arcosu. Questo patrimonio naturalistico è parte del Parco Regionale del Gutturu Mannu (grande gola), istituito nel 2014 e compreso nel territorio di Assemini, Capoterra, Siliqua e Uta. La riserva si trova nel complesso forestale Monte Arcosu-Piscinamanna che si estende per circa trentacinque mila ettari di valli, torrenti e una vegetazione di incanto. Lungo i sentieri che si percorrono si apprezzano moltitudini di leccio, sughera, fillirea, corbezzolo e poi diverse specie di erica. Si respira il profumo profondo della macchia mediterranea sempreverde dell'olivastro, rosmarino, mirto, cisto. Ecco che spiccano i ginepri e, lungo i corsi d’acqua, oleandri e salici. Le rarità arricchiscono lo scenario da favola con una rigogliosa stazione di tasso, ben quarantasei endemismi e circa venti varianti di orchidee selvatiche.

Questo luogo è rifugio del solitario cervo sardo, che durante il XX secolo rischiò di estinguersi. Nel 1985, infatti, si censirono solo ottanta esemplari ma grazie alla nascita dell’oasi si è concepito il loro progressivo ripopolamento. Così, ora nella riserva si contano oltre mille cervi e altri millecinquecento all'interno delle foreste vicine. Tra gli altri esemplari che caratterizzano la fauna di questo particolare ambiente vi è il daino, un'altra specie reintrodotta, e ancora: il gatto selvatico, la volpe e tra le settanta specie avifaunistiche spiccano i rapaci come il falco pellegrino, lo sparviere, l'astore sardo, la rara aquila reale. 

In questi sentieri naturali si possono percorrere itinerari più o meno impegnativi come quello agevole che parte dalla foresteria di Perdu Melis verso il bosco attorno al rio Guttureddu. Si annoverano anche percorsi di trekking di 15-25 chilometri con circa 4-6 ore di cammino e tratti di maggior difficoltà che consentono di avvistare cervi e rapaci. Sono organizzate anche escursioni notturne, soprattutto durante l'estate.

Una visita a Santadi
A soli sessanta chilometri da Cagliari, si gode di un altro luogo di natura: Santadi, con un grande patrimonio boschivo.
Il paese del basso Sulcis di oltre tremila abitanti è suddiviso dal rio Mannu in Santadi Basciu e Santadi ‘e Susu.
Il suo patrimonio naturale è vasto: oltre al parco di Gutturu Mannu e i suoi alberi secolari, si scopre anche la ricchezza marina nelle grotte Is Zuddas, uno scenario sotterraneo creato dalla continua azione dell’acqua da oltre 600 milioni di anni. I suoi filamenti si intrecciano dando origine alla caratteristica sala dell’organo, nata dall'unione di stalattite e stalagmite che formano una colonna simile allo strumento musicale a canne.
A poca distanza da Santadi si estende la Foresta di Pantaleo, un complesso bacino forestale che vanta oltre otto mila ettari con tre foreste demaniali.
Anche qui l'opportunità di piacevoli attività all'aria aperta è incentrata su tracciati da mountain bike e percorsi di trekking brevi (da circa cinque chilometri) e più lunghi (di otto chilometri) tra i boschi di lecci.

Territori dai segreti naturali

Cosa vedere
Santadi e oltre tra musei e necropoli
A Santadi, tra le grotte da visitare, vi sono anche quelle del Campanaccio e della Capra, adatte agli esperti di speleologia, e Su Benatzu, al cui interno fu trovato un tempio nuragico che testimonia il fatto che venisse utilizzata come luogo di culto. Per avvicinarsi alle usanze sulcitane si consiglia la casa-museo sa Domu Antiga, di interesse anche i musei del Libro e delle bambole. E, ancora, l'insediamento fenicio-punico di Pani Loriga.
Lontano pochi chilometri, ci sono delle località interessanti: la necropoli ipogeica di Montessu si trova in località Sa Pranedda; a Nuxis, in località Tattinu, si custodisce un pozzo nuragico dedicato al culto delle acque.

Il fascino immutato della buona cucina

Cosa mangiare
Il sapore della cucina e del buon vino

Degno di nomina di pregio è il vino Carignano, prodotto nelle terre sabbiose del Basso Sulcis, che da oltre trent’anni esalta i gusti della cucina, evidenziando le peculiarità dei prodotti della terra e del mare. Qui i caseifici esaltano i formaggi pecorini e negli ultimi anni la produzione si è arricchita anche dei caprini.
Diffuso nelle terre di Santadi è il famoso carciofo spinoso, caratterizzato da grosse spine, colore verde-viola intenso e da un sapore corposo. La natura rigogliosa genera poi un olio eccellente, specialità fondamentale della cucina e, in queste zone, dal gusto appena fruttato.

Feste e Sagre da segnare in agenda:
Ad agosto, in quel di Santadi, si svolge il Matrimonio Mauritano, un cerimoniale con carri addobbati e trainati dai buoi che seguono gli sposi in abiti tradizionali e la processione di gruppi folk giunti da tutta la regione. E poi la celebrazione della Festa patronale di San Nicola, 6 dicembre.
La Sagra Pane e Olio in Frantoio, manifestazione che si organizza tra la fine di novembre e inizio dicembre.

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