Quant’era bella Raffaella Carrà! Bella di una bellezza divina, fuori da ogni schema, oltre ogni possibile raffronto umano. Pareva qualcosa di immanente, un sogno eterno impossibile da scalfire e intoccabile nella sua sacralità. Neppure la morte così inaspettata e crudele ha messo fine a quel sogno. Raffaella vive e lotta insieme a noi con i suoi sorrisi, le sue movenze feline, i suoi modi garbati e così attenti alle persone e ai loro sentimenti.

In Sardegna molti si ricordano di Raffaella per aver interpretato nell’edizione di “Canzonissima” del 1970 una canzone dedicata a Gigi Riva (“Viva Gigi Riva”) che frugando nel web si riesce fortunosamente a rivedere. Ma i legami con l’isola sono molti di più e tutti di grande interesse. Soprattutto va ricordato il lungo sodalizio con Franco Pisano, chitarrista, compositore, arrangiatore e direttore d’orchestra, cagliaritano doc ma continentale dal 1945 (quando raggiunse il suo amico Fred Buscaglione conosciuto durante il suo soggiorno militare in Sardegna) fino alla sua scomparsa avvenuta nel 1977. La collaborazione tra Franco Pisano e la Carrà matura all’inizio degli anni Settanta del secolo scorso e vedrà impegnato il cagliaritano a comporre e arrangiare diverse canzoni di successo che ancora ronzano nella nostra mente.

“Canzonissima 1970”

Nel 1970 sarà proprio Pisano a scrivere "Ma che musica maestro”, fortunato esordio discografico della Carrà che venne pubblicato come singolo dalla RCA e che conteneva sul retro un’altra composizione di Pisano: "Non ti mettete con Bill”. La canzone era la sigla del programma “Canzonissima 1970” (presentato da Corrado e dalla stessa Carrà) e raggiunse in poco tempo la seconda posizione della classifica dei dischi più venduti in Italia. Queste due canzoni finirono nel primo album della Carrà intitolato semplicemente “Raffaella” (RCA 1971) che includeva anche un altro brano di Pisano: “Reggae Rrrrr!” un brano che richiamava certe atmosfere giamaicane molto prima che diventassero consuetudine e moda.

Che squadra!

Nel 1971 il maestro Pisano (con Castellano e Pipolo) compone “Chissà se va”, sigla di “Canzonissima 1971” (presentato ancora da Raffaella e Corrado), altro grande successo di vendita che schizza al secondo posto in classifica e conquista il disco d’oro. Il singolo conteneva al lato B un’altra composizione di Pisano e Boncompagni: “Perdono, non lo faccio più”.

L’ombelico del mondo

Sempre nel 1971 Pisano firma uno dei maggiori hit di Raffaella: “Tuca Tuca” (con testi di Gianni Boncompagni e arrangiamenti di Paolo Ormi) una canzone lanciata durante la sesta puntata di Canzonissima 1971 andata in onda a novembre. La prima versione di questo brano fu eseguita insieme al ballerino Enzo Paolo Turchi (ma il balletto fu ideato da Don Lurio) e da quel momento l’ombelico della Carrà diviene patrimonio dell’umanità. Nell’Italia di quel tempo quella canzone e quelle movenze così osé furono una scossa non prevista e ci vollero diversi aggiustamenti per sdoganare quella insolita faccenda grazie anche all’intervento di Alberto Sordi. Il brano fu pubblicato in un 45 giri che conteneva sul lato B “Vi dirò la verità”, altro brano scritto da Franco Pisano e raggiunse in poco tempo la quarta posizione delle classifiche di vendita italiane per poi diventare un successo internazionale senza tempo. Questi quattro brani vennero inseriti nell'album Raffaella Carrà (RCA) sempre del 1971.

Berto e gli altri

Anche Berto Pisano, fratello più giovane di Franco, ottimo contrabbassista, ma anche compositore e direttore d’orchestra (con un curriculum quasi simile a quello del fratello), ebbe modo di collaborare con Raffaella Carrà. Nel 1978 – un anno dopo la scomparsa di Franco – la Carrà coinvolge Berto nelle registrazioni dei brani che finiranno su “Raffaella” album del 1978 pubblicato dalla Derby e distribuito in mezzo mondo. Anche altri illustri isolani lavorarono con la Carrà: il chitarrista Carlo Pes nel periodo in cui militava con i toscani Marc 4 ovvero la band di riferimento per gli spettacoli dal vivo di Raffaella in Versilia alla Bussola di Sergio Bernardini; il trombettista Giovannino Crasta, noto Johnny, session man di Berchidda e di lungo corso per tanti big della canzone italiana.

Claudio Loi

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