“La lotta contro la malaria e l’invenzione del turismo in Sardegna” è stato il tema della conferenza promossa dal circolo sardo “Nuraghe” di Losanna, presieduto da Josiane Masala, in collaborazione con la Federazione dei circoli sardi in Svizzera.

Il relatore, il professor Bernardino Fantini, ha messo in luce quali siano i legami fra malaria e turismo: «Come mai – ha chiesto ai presenti – quest’ultimo si è sviluppato nell’Isola molto in ritardo rispetto alle altre regioni italiane?».

«I primi viaggiatori, appartenenti alle classi sociali ed economiche più elevate – raccontano dal circolo – si recarono principalmente in Italia e in Grecia per conoscere il patrimonio classico, e bisognerà aspettare lo sviluppo di mezzi di trasporto più sicuri e rapidi per favorire gli spostamenti turistici. Nonostante venga creato all’inizio del 1900 l’ESIT e comincino a nascere le prime agenzie di viaggio, la Sardegna dovrà aspettare gli anni ’60 per diventare una meta turistica, con il Consorzio della Costa Smeralda».

Perché così tardi dunque? «La risposta è legata alla grande campagna condotta dall’Italia per debellare uno dei grandi, cronici problemi della Sardegna e dell’Italia, la malaria, che era veramente terribile nelle zone costiere e paludose dell’Isola, senza peraltro dimenticare le zone interne. Grazie alla scoperta del ciclo malarico, alle importanti bonifiche del territorio, all’uso del DDT col progetto Rockfeller del secondo dopoguerra, i territori “liberati” dal flagello malarico, principalmente costieri, poterono essere dedicati ad altre attività, come il turismo».

«Il professor Fantini – concludono dal “Nuraghe” di Losanna -, appoggiandosi su numeri, statistiche, aneddoti divertenti e storia, ha reso interessantissima la serata che non poteva non concludersi senza un “after”, un momento conviviale rappresentativo dell’ospitalità del nostro circolo».

(Unioneonline/s.s.)

***

Potete inviare le vostre lettere, foto, video e notizie a isardinelmondo@unionesarda.it

© Riproduzione riservata