“Trallallera”, “Drommi drommi”: sono i nomi di alcuni dei panini che compongono il menu di “Mes’ora”, il take away con solo prodotti sardi che tra pochi giorni aprirà a Milano. Mario Succu, 33enne di Budoni, affronta quest’avventura con una grande grinta. Dalla sua ha oltre 15 anni di esperienza nel settore, in particolare nel locale che storicamente è appartenuto alla sua famiglia, un cocktail bar.

La Sardegna l’ha lasciata nel settembre del 2021, «per amore di mia figlia, volevo stare più tempo con lei, vederla crescere», e quindi – dato che la bambina era a Milano con la mamma –, fatte le valigie, eccolo nel capoluogo lombardo.

Per prima cosa «ho sondato un po’ il terreno, in realtà stavo cercando un ufficio da prendere in affitto per avere un riferimento fisico per la nostra attività di pacchetti vacanze per la Sardegna e potenziare quel lavoro», ma una volta fatti i conti ed esaminate le condizioni degli stand nei centri commerciali «ho deciso di prendere due piccioni con una fava».

Ossia?

«Un locale dove vendere e promuovere le nostre eccellenze, e contemporaneamente far conoscere le bellezze della Sardegna con i nostri pacchetti vacanze. Lo spazio all’interno non è ampio, ci sono 10 sedute con sgabelli, gli altri clienti possono consumare altrove, in pieno stile take away, e cucina a vista. In più una rivendita delle specialità sarde».

Dove sarà?

«In centro, in corso di Porta Nuova. Apriremo il primo febbraio».

Cosa proponete?

«Panini speciali, fatti solo con prodotti sardi che non si trovano nella grande distribuzione, li faccio arrivare direttamente dall’Isola. E alcune cose, come il mirto e il formaggio, proprio da Budoni».

Nel menu nomi particolari?

«Sì, i panini col titolo delle canzoni: “Pidda pidda l’amori” (prendi prendi l’amore), “Trallallera”, “Lu zarrettu” (un pesce povero), “Drommi drommi”, “Domo mea” e “Fiza e su re”. Questi sono quelli consigliati da noi, poi ce n’è un settimo, “Furru caente”».

Che è speciale?

«Più che altro è legato a una storia che mi riporta a quando ero ragazzo: il padre di un amico ci ha visto uscire la mattina alle 9, ed eravamo tornati alle 6, quindi ha ipotizzato che stessimo andando di nuovo al bar, non sazi dalla sera prima, e ci ha detto una frase che suonava come ‘a furru caente’, a forno ancora caldo».

Ma questi nomi non saranno semplici per i milanesi.

«E proprio per questo c’è una scritta nel menu: “Tranquillo, neanche noi li sappiamo leggere bene, pronunciali come ti pare”, così si sentiranno a loro agio, senza problemi insomma. E aggiungo che, volendo, possono anche creare il loro panino, sempre con base il “moddizzosu”, con gli ingredienti a scelta: peretta, prosciutto crudo, fiore sardo, guanciale, bottarga, olio aromatizzato di vari tipi, solo per dirne qualcuno».

Mes’ora sembra un invito a mangiare in fretta.

«Rispecchia la filosofia del take away ed è il connubio tra le culture sarda e milanese: a Milano in mezz’ora mangiano, noi in 30 minuti ancora non ci siamo seduti».

Ha sondato il mercato prima di avviare questa attività?

«Per tanti anni ho lavorato in questo settore e so che c’è un bacino di utenza molto ampio, sono tantissime le persone che vengono in vacanza in Sardegna e apprezzano la nostra terra. Sono convinto che un prodotto di questo tipo può funzionare più a Milano che da noi, c’è una mentalità più aperta dal punto di vista dell’assaggio, mentre noi siamo più legati alla nostra cultura e alla tradizione».

Ha dipendenti?

“Due, della zona del Sud Sardegna: uno al banco e alla cassa, l’altro in cucina. Per le consegne a domicilio dei panini ci affidiamo a rider di aziende esterne, per i prodotti li consegniamo noi entro 24 ore, gratuitamente nel Comune di Milano».

È stato difficile avere a che fare con burocrazia?

«Per niente, le procedure sono snelle, le pratiche veloci».

Emozionato per l’apertura?

«Molto, e anche bello carico. Sono convinto che il pubblico risponderà bene. Già in questi giorni ho ricevuto tantissimi riscontri, altri emigrati che sui social attendono di venire al locale, mi hanno fatto l’in bocca al lupo, in questa grande solidarietà noi sardi non ci smentiamo mai».

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