Gli inglesi continuano a vivere e lavorare come prima, incuranti della pandemia di coronavirus, anche ora che le vittime hanno superato i decessi registrati in Italia.

Un "lockdown" anomalo come ha raccontato a L'Unione Sarda una coppia di sardi emigrati da 5 anni a Watford, centro ad ovest di Londra.

Roberto Martino, 32 anni, di Oristano, e la moglie Maria Chiara Massidda, 28 anni, di Santa Giusta. Lui fa l'autista per l'Asda, multinazionale commerciale inglese, lei studia veterinaria e lavora. Entrambi hanno superato di recente il probabile contagio del virus, forse avvenuto in un viaggio in Norvegia.

"Dopo alcuni giorni abbiamo accusato una febbre leggera e i sintomi dell'influenza, forse siamo asintomatici. Abbiamo ripreso a vivere come sempre. Non siamo spaventati più di tanto, ma noi le precauzioni le prendiamo tutte, sia ben chiaro". In Inghilterra non vige l'obbligo del lockdown, i cittadini vengono invitati a non andare al lavoro e a rispettare le norme di sicurezza. "Non si vede quasi nessuno con i guanti, qualche mascherina ma molto rara - aggiunge Roberto Martino - sino ad una settimana fa c'era tanta gente in giro. Tanti inglesi si abbracciano e si danno ancora la mano, indifferenti direi a quanto accade attorno. La stampa e la tv non amplificano all'eccesso la pandemia come avviene in Italia. Seguo costantemente i nostri notiziari e ammetto che nel nostro Paese, e in Sardegna, si rispettano le norme".

Roberto Martino (L'Unione Sarda)
Roberto Martino (L'Unione Sarda)
Roberto Martino (L'Unione Sarda)

Roberto ricorda come anche in Inghilterra molte attività siano ora chiuse, come pub, bar e ristoranti, uffici pubblici e privati. Le banche sono aperte e lavorano per appuntamento. A scuola vengono accolti solo i figli dei lavoratori a rischio, come le forze dell'ordine e gli operatori sanitari. "Gli inglesi continuato a fare la spesa come prima - riprende Roberto Martino - non è obbligatorio utilizzare guanti e mascherine per entrare in un locale. La gente si ferma a parlare e non rispetta le distanze di sicurezza. Qui non esiste la burocrazia. Lo Stato ha pagato subito l'80 per cento dello stipendio a chi è rimasto a casa e molte aziende hanno aggiunto la differenza ai loro dipendenti".
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