Italiani al voto: "Ecco cosa pensano di noi in Svizzera e in Germania"
In vista delle prossime consultazioni del 4 marzo, abbiamo chiesto ad alcuni sardi che vivono all'estero di raccontare a L'Unione Sarda cosa si dice dell'Italia che si appresta a votare per un nuovo governo. Impressioni raccolte tra comuni cittadini e seguendo i media locali.
Tra campagne elettorali che regalano promesse e illusioni a un popolo non sempre reattivo ma piuttosto rassegnato, una fotografia del nostro Paese scattata da un altro pezzo d'Europa che guarda lo Stivale: dalla Finlandia, Bulgaria, Francia, Svizzera, Spagna e Germania.
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SVIZZERA - Marisa Fois, 36 anni, originaria di Busachi, lavora all’università di Ginevra e ci dà un'idea di come gli svizzeri vedano gli italiani sommersi da proclami di ogni genere e forse indecisi su come votare domenica.
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"Il voto del 4 marzo è un tema che suscita molto interesse sia per la vicinanza geografica che per l’alto numero di italiani e italiane che vivono in Svizzera (la terza comunità più numerosa al mondo, 606.578 persone secondo l’Anagrafe italiani residenti all’estero - AIRE, in realtà molti di più perché molte persone decidono di non iscriversi all’AIRE. Per quanto riguarda la Sardegna, la Svizzera è tra i primi 5 Paesi di destinazione, con 9.336 presenze).
Stampa e televisioni raccontano il voto italiano come un’incognita, per vari motivi. Si tratta della prima volta alle urne con la nuova legge elettorale, che rischia di portare a un Parlamento senza maggioranza stabile. Nell’arena politica si fronteggiano la coalizione di sinistra, capeggiata dal PD, la coalizione di destra ed estrema destra e i populisti del M5S (parole usate dalla stampa francofona). Un altro protagonista è l’astensionismo, da non sottovalutare, soprattutto tra le nuove generazioni.
L’astensionismo è un rischio anche per gli italiani in Svizzera. Alle ultime elezioni politiche del 2013 dalla Svizzera ha partecipato circa il 36% degli aventi diritto, comunque una delle percentuali maggiori del collegio Europa. A questa tornata, per la prima volta vota dall’estero anche chi vive fuori dall’Italia per oltre tre mesi. Quindi si spera la partecipazione possa aumentare.
Sulla stampa vengono spesso raccontate anche le impressioni degli italiani e italiane chiamati al voto. Molte persone dichiarano che eserciteranno questo diritto, anche per dimostrare il senso di appartenenza e il forte legame che ancora sentono per l’Italia. Molte esprimono dubbi sulla credibilità dei partiti e su un interesse spesso marginale della politica italiana verso le comunità all’estero.
Ancora, molte persone nutrono speranze. Speranze che l’Italia non arresti il cammino verso il cambiamento e il riconoscimento dei diritti che ha intrapreso e che non incorra nel rischio di diventare un Paese xenofobo. Da persone emigrate, senza dubbio, conoscono bene cosa significhi vivere in un Paese 'altro' e quanto sia importante si tratti di un Paese aperto, aperto verso l’Europa e verso il mondo".
Marisa Fois - Università di Ginevra
GERMANIA - Francesca, originaria della provincia di Cagliari, vive a Monaco di Baviera. I tedeschi, spiega, non sanno molto degli scenari politici che si prospettano per l'Italia. Ma hanno presente il "Bunga Bunga".
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"I tedeschi non sono particolarmente informati riguardo alle prossime elezioni italiane.
Parlando con colleghi e amici è difficile spiegare la situazione italiana e molti non sono nemmeno al corrente che si voterà domenica.
Sicuramente la cosa più sconcertante per loro è sapere che Berlusconi sia ancora là, o come titolano alcuni giornali "Bunga Bunga ist wieder da" ("Bunga Bunga è tornato"). Gli altri politici invece risultano per la maggior parte della gente degli sconosciuti.
Rimane in generale il luogo comune di Italia come Paese amato ma caotico e inaffidabile. Una volta tanto comunque risulta anche per loro difficile fare i primi della classe: tra governo che non riescono a formare e crescita di partiti razzisti, hanno le loro belle gatte da pelare!”
Francesca - Monaco di Baviera
(3/4; domani seguono Francia e Bulgaria)
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DALLA CATALOGNA, Stefano Puddu Crespellani: "Scenario politico italiano estremamente confuso"
DALLA FINLANDIA, Mario Sconamila: "Da qui si vede solo un’Italia alla deriva"