Dell'Inghilterra, ora, si sente un po' una piccola "regina" della scienza. Con un rammarico gigantesco: il suo è un tipico caso di cervello in fuga perché avrebbe potuto "regnare" nella sua Sardegna e nella sua Italia se non fosse che nel Belpaese poche volte ricerca e valorizzazione dei giovani vanno di pari passo.

In laboratorio

Così Claudia Contini, 32 anni, carboniense doc, biochimica, mira e rimira come fosse uno scettro il riconoscimento solenne che due sere fa le è stato conferito (assieme ad altri giovani ricercatori italiani) in una cerimonia ufficiale dall'ambasciatore italiano a Londra: è stata premiata per i suoi studi nel settore delle nano e macro scale con possibili applicazioni rivoluzionarie nel settore della farmaceutica e della medicina. Per farla breve (e soprattutto semplice): ha studiato e ricreato in laboratorio le prime fasi di un sistema di vita artificiale. Si tratta cioè dei movimenti di una sorta di infinitesimale microrganismo che, se fosse la molecola di una medicina, sarebbe in grado di venir condotto negli organi in cui deve agire, eliminando quindi gli affetti collaterali tipici nei casi in cui, assumendo un farmaco, si accusano talvolta altri tipi di disagi: «Una sorta di "navicella" che si muove in modo autonomo ma ingegnerizzato per andare dove veramente serve», semplifica ancora di più Claudia Contini nella consapevolezza, e lei stessa è la prima ad affermarlo, che lo studio è molto più complesso del sunto inevitabile in un articolo di cronaca.

Il premio

I risultati di questo studio sono valsi a Claudia Contini il premio "Italy Made Me" riservato ai migliori giovani ricercatori italiani in Inghilterra. Tutto è nato però dai banchi del liceo Scientifico Amaldi: «Decisi a 14 anni che sarei voluta diventare una scienziata ma ero isolata a Carbonia e in Sardegna: dopo il diploma ho pensato di trasferirmi all'Università di Padova dove mi sono laureata in chimica e tecnologia farmaceutica, poi l'Erasmus e l'approdo alla University College of London e all'Imperial College». Insomma, con una specie di Brexit (la decisione del Regno Unito di estromettersi dalla Ue) alla sulcitana, Claudia Contini aveva già dovuto fare i conti con la necessità di uscire non solo dalla sua Isola ma pure dalla sua patria pur di affermarsi.

Cervelli in fuga

«Noi italiani abbiamo menti eccezionali ma zero risorse: non potevo fare altrimenti perché durante gli anni trascorsi in Italia ho purtroppo provato sulla mia pelle cosa significasse fare ricerca». Lascia trapelare delusione Claudia, terza dei tre figli di Luigi Contini e Gesuina Garau, al settimo cielo quando hanno saputo che la figlia "londinese" stava incassando questo importante riconoscimento. E di tornare in Sardegna per lavoro, in questo momento non se ne parla: «Ho nel cuore Carbonia e il Nido dei Passeri di Calasetta ma dovrei inventarmi un mondo nuovo: per ora si sta a Londra».

Andrea Scano

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