Un nuovo studio è stato realizzato per chiarire come si scatenano i tumori al polmone in persone che non hanno mai fumato. E per descrivere le mutazioni vengono utilizzate espressioni ispirate alla musica come piano, mezzo-forte, forte.

La ricerca internazionale pubblicata sulla rivista Nature Genetics segna un importante passo avanti per avere future terapie personalizzate e diagnosi più precise e ha rivelato come le mutazioni dipendano da processi naturali interni alle cellule.

Gli studiosi hanno cominciato a sollevare il velo su un fenomeno finora misterioso guidati dall'italiana Maria Teresa Landi che, dopo il dottorato in Epidemiologia Molecolare nell'università di Milano, da molti anni si è stabilita negli Usa, dove lavora nella Divisione di Epidemiologia e Genetica del National Cancer Institute dei National Institutes of Health (NIH), a Bethesda. Importante la partecipazione italiana nella ricerca, con le fondazioni Irccs Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo, Ca' Granda Ospedale Maggiore di Milano e Regina Elena di Roma, Università di Bari.

Per quanto riguarda gli oltre due milioni di persone alle quali ogni anno viene diagnosticato il tumore al polmone, la maggior parte è formata da fumatori e si calcola che solo una piccola quota, fra il 10% e il 15%, non abbia mai fumato. È possibile che alcuni si ammalino per l'esposizione al fumo passivo o ad altri fattori ambientali, dal radon a inquinanti, ma il meccanismo che fa ammalare chi non fuma finora non era noto.

I primi dati arrivano ora dalla ricerca coordinata da Landi e basata sulla sequenza del Dna di tumori prelevati da 232 pazienti che non avevano mai fumato e con il tumore del polmone, il 75% dei quali donne e dall'età media di circa 65 anni. "Quello che stiamo vedendo è che ci sono diversi sottotipi di cancro ai polmoni nei non fumatori che hanno caratteristiche molecolari e processi evolutivi distinti", spiega Landi. "In futuro - aggiunge - potremmo essere in grado di avere trattamenti diversi basati su questi sottotipi".

Ai tre sottotipi i ricercatori hanno assegnato nomi ispirati alla musica, in riferimento al livello di rumore, ossia di quantità di mutazioni che li scatenano. Così “piano” corrisponde al gruppo più numeroso, che ha così tante mutazioni da essere difficile da trattare e nel quale la formazione del tumore avviene molto lentamente, nell'arco di anni. Il sottotipo “mezzo-forte” presenta le mutazioni nel gene Egfr, di solito alterato in molte forme di tumore del polmone, e comporta uno sviluppo più rapido della malattia. Il sottotipo “forte”, infine, è originato da un meccanismo genetico più simile a quello visto nei tumori dei fumatori e si sviluppa velocemente. Sulla base di queste differenze diventa ora possibile calibrare diagnosi e terapie.

(Unioneonline/s.s.)

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