Uno dei tumori più aggressivi è anche uno di quelli più “trascurati”. Il melanoma, che origina nelle cute oppure, in casi più rari, negli occhi o nelle mucose, si forma quando si verifica un “errore genetico” nelle cellule che producono la melanina, ossia i melanociti. Queste cellule sono addensate all’interno dei nei e, per motivi che la scienza medica non ha saputo individuare con esattezza, possono iniziare a proliferare in maniera disordinata.

La “regola dell’Abcde”

Le zone della pelle esposte più frequentemente alla luce del sole sono anche quelle in cui vi è una maggiore probabilità di sviluppare un melanoma, che può originare sia da un neo preesistente, sia “ex novo”. Tenere sotto controllo i propri nei è fondamentale e da parte dei dermatologi resiste, ormai da anni, lo stesso consiglio, vale a dire la “regola dell’Abcde”: A come asimmetria, B come bordi irregolari, C come colore disomogeneo, D come diametro, E come evoluzione. I nei sono simmetrici, a differenza del melanoma; i bordi di un neo sono regolari mentre quelli del melanoma sono frastagliati; i nei presentano un unico colore, mentre il melanoma può averne diversi; i nei non superano un diametro di 6 millimetri, mentre il melanoma sì; infine, la crescita rapida di qualunque neo deve far suonare il campanello d’allarme.

Nel momento in cui si riscontra anche soltanto uno di questi segni, è necessario rivolgersi a uno specialista. Il discorso è leggermente diverso per i melanomi che si sviluppano in zone meno in vista: negli occhi provocano disturbi della vista e sono diagnosticabili tramite una visita oculistica, mentre sotto le unghie, all’interno della bocca o delle mucose diventa molto complesso giungere a una diagnosi.

La prevenzione

Il modo migliore per “combattere” il melanoma rimane la diagnosi precoce: eseguire visite dermatologiche periodiche consente di tenere sempre sotto controllo la propria situazione dei nei. Individuare i melanomi nelle prime fasi di sviluppo e avere una mappatura dei propri nei, da confrontare in occasione delle visite successive, rappresenta per il paziente un enorme passo avanti rispetto a chi non si sottopone alle visite. L’altro aspetto chiave sul quale è necessario insistere è sicuramente l’eliminazione, o quantomeno la riduzione, dei fattori di rischio. La genesi dei tumori cutanei è spesso da individuare nell’esposizione ai raggi Uv; minimizzare i rischi è possibile con alcune piccole mosse preventive: attenersi alle regole di protezione quando si è esposti al sole ed evitare di utilizzare lampade Uv.

La “fotografia” dell’Italia

Nell’ultimo anno, in Italia, anche a causa delle diverse necessità sanitarie emerse in seguito all’esplosione della pandemia, i ritardi nella diagnosi dei melanomi si sono fatti sentire. Lo ha rivelato uno studio condotto presso la Melanoma Unit dell’Istituto Dermopatico dell’Immacolata (IDI) di Roma e pubblicato sulla rivista “Journal of the European Academy of Dermatology and Venereology”. Già nel 2020 si era notato un aumento significativo della gravità dei nuovi casi di melanoma, con l’aumento del cosiddetto “grado di infiltrazione” che era passato da una media di 0,8 millimetri pre-pandemia a una media di 1,96 nel post. Cala il numero medio di diagnosi giornaliere, indice di una minore tendenza a effettuare i controlli, e si conferma la maggiore gravità: lo spessore medio è sceso rispetto all’1,96 del 2020, ma nella prima metà del 2021 è stato comunque di 1.4 millimetri. Aumentano notevolmente i melanomi nodulari (13,7% contro il 4,2%) e quelli ulcerati (10,4% contro 5,9%). Quando lo spessore del melanoma è inferiore al millimetro, spesso è sufficiente la chirurgia per arrivare alla guarigione: se invece supera il millimetro, è necessario verificare la condizione dei linfonodi e il rischio di ripresa della malattia è più alto. Dallo studio emerge anche che le donne presentano un’attenzione maggiore nei confronti di questo tipo di patologia, con un ritardo diagnostico inferiore rispetto agli uomini, che fanno registrare un picco soprattutto per quanto riguarda gli over 50. L’obiettivo del sistema sanitario nazionale è di far sì che il ritardo accumulato in questi due anni a causa della pandemia venga assorbito in tempi relativamente brevi.

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