Il mal di gola è un disturbo che ha colpito chiunque, anche più volte nel corso della vita. 
Nella maggior parte dei casi, è una conseguenza di un’infezione virale causata dal comune raffreddore; tuttavia, può scaturire anche da infezioni batteriche (come nel caso della faringite) o da colpi d’aria. Questi ultimi sono molto frequenti in questo periodo dell’anno, quando si passa dalle temperature esterne comunque basse ad ambienti al chiuso e riscaldati. Gli spazi indoor, com’è noto, costituiscono peraltro un veicolo di batteri: qui è più facile che il contatto con persone già con il raffreddore e il mal di gola aumenti le possibilità di contrarre questi disturbi.

Infiammazioni e dolori

In generale, le infezioni possono interessare tutta la parte posteriore della gola o solo le tonsille, che sono piccole sporgenze di tessuto situate nella parte posteriore del cavo orale: in genere aiutano a combattere le patologie, ma se si infettano a loro volta danno luogo alla tonsillite. Nel corso dei decenni, i medici hanno modificato l’approccio rispetto a questa problematica: in passato, se ricorrente, si interveniva chirurgicamente (soprattutto in pazienti di età infantile) asportando le tonsille, spesso insieme alle adenoidi; poi si è optato per cure localizzate, partendo dal presupposto che comunque questi organi rappresentano una barriera naturale contro eventuali attacchi esterni alla gola. Da qualche anno a questa parte si tende a valutare caso per caso, attraverso esami specifici e accurati. Può anche accadere - ma la casistica è caratterizzata da numeri molto bassi - che la tonsillite degeneri in ascesso tonsillare, cioè nella formazione di pus dietro le tonsille stesse. Tra i sintomi più comuni si annoverano gonfiore e dolore soprattutto durante la deglutizione.

Non solo tonsillite

Questi segnali, però, sono comuni a diverse altre infezioni che riguardano la gola. In genere quando si mangia o si parla, essa risulta ancora più dolorante di quando è a riposo. A questi disturbi si sommano anche il gonfiore dei linfonodi del collo, erroneamente definito con l’espressione “ghiandole ingrossate”, oltre al mal d’orecchie, alla febbre, alle chiazze bianche (le cosiddette “placche”) e all’alitosi.

L’aspetto che gli esperti evidenziano è che questi sintomi, appunto perché comuni alle infezioni della gola, non sono peculiari solo della faringite e della tonsillite. I medici svolgono la diagnosi osservando il cavo orale e verificando che non ci sia in atto un’infezione batterica: in questo caso, prescrivono una cura a base di antibiotico; viceversa, il paziente può assumere farmaci da banco come l’ibuprofene e il paracetamolo, oltre ai corticosteroidi nel caso in cui l’infezione non regredisca.

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Come contrastare malattie e disturbi: occorre ripararsi dalle correnti e dagli sbalzi termici

Il mal di gola deriva da un’infezione di natura virale o batterica a carico, nella maggior parte dei casi, delle mucose della faringe, della laringe, delle tonsille o delle corde vocali. Una patologia invernale tra le più frequenti e dolorose. I fastidi derivanti dal mal di gola impediscono spesso di dormire sonni ristoratori e rendono particolarmente difficile sia la deglutizione sia la comunicazione verbale con le altre persone. Come noto, i sintomi variano dal bruciore all'infiammazione vera e propria, passando appunto dalla difficoltà a deglutire e parlare, senza dimenticare febbre e tosse.

Le zone colpite

A carico di questa zona del corpo si distinguono di norma tre tipi di disturbi: tonsillite, faringite e laringite. La prima riguarda la parte posteriore della gola dove sono presenti le tonsille. Se infettata in maniera diffusa e persistente, questa difesa naturale dell'organismo può essere asportata tramite la tonsillectomia.

La faringite è un’infiammazione della faringe causata da virus o batteri (principalmente della famiglia degli Streptococchi). Questo organo è lungo circa 13 centimetri ed è comune sia alle vie respiratorie sia a quelle digerenti, in quanto permette la transizione di aria e cibo; è delimitato superiormente dalla cavità nasale e orale e inferiormente si divide per proseguire con la laringe e l’esofago.

Tra la faringe e la trachea si trova la laringe, che consente il passaggio dell'aria e la fonazione (cioè l’emissione di suoni) mediante la vibrazione delle corde vocali. Inoltre protegge la trachea durante la deglutizione tramite la glottide. L’infiammazione acuta della laringe è detta laringite e può avere origine virale o batterica, ma può essere causata anche da sostanze irritanti, umidità o polvere.

Le regole d'oro

Ci sono comunque alcune semplici raccomandazioni che, se seguite, possono evitare o quantomeno contenere il mal di gola. Per prevenirlo, infatti, occorre per esempio cercare di non fumare e respirare agenti irritanti presenti nell’aria (inquinamento, fumi, polveri). Bisogna inoltre proteggere la gola durante le giornate più fredde e stare attenti alle correnti d'aria che si verificano passando da ambienti esterni a zone al chiuso e riscaldate: a tal proposito, è opportuno anche evitare le aree interne caratterizzate da aria particolarmente secca o umida. L'obiettivo è cercare di raggiungere un clima che non presenti eccessi né da un lato né dall'altro.

Infine, meglio non assumere alimenti e bevande a temperature troppo elevate perché, di fatto, aumentano l'infiammazione del cavo orale.

Tra i nemici, gli ambienti chiusi

Se è vero che è bene riparare la gola dall'aria fredda, è altrettanto vero che le temperature più rigide non sono l'unico nemico da contrastare. Se così fosse, concordano i medici, non esisterebbero infezioni e infiammazioni nelle zone a clima tropicale, mentre invece sono presenti. Ciò che è anche deleterio per la gola, in realtà, sono gli sbalzi termici all'interno degli ambienti chiusi: qui infatti proliferano batteri e virus e la loro diffusione è maggiore: pensiamo per esempio agli uffici, alle scuole, ai luoghi molto affollati come i centri commerciali, il cinema e il teatro.

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Gli episodi tra i bambini: tosse secca, grassa oppure abbaiante

Quando manca la produzione di muco si è di fronte a una tosse secca causata da un colpo d'aria; se invece la motivazione è un'infezione virale alla parte alta delle vie aeree, si presenteranno altri sintomi come febbre, naso che cola e occhi lucidi. L'opposto di questa condizione è la tosse grassa, attraverso la quale si cerca di espellere il muco in eccesso: per agevolare il processo, si può somministrare un mucolitico. 
La tosse abbaiante (simile cioè al verso di un cane), che insorge spesso di sera o durante la notte, indica invece un possibile interessamento della laringe. Questa tipologia si accompagna a un cambiamento nel tono della voce (disfonia). In tutti questi casi, è utile incoraggiare il bambino a dormire in posizione seduta anziché supina e a sottoporsi a aerosol o inalazioni con vapori di acqua calda e sostanze mucolitiche ed espettoranti, senza dimenticare i lavaggi nasali da effettuare con soluzione fisiologica o isotonica. Se questi accorgimenti non dovessero portare alcun miglioramento, o nel caso in cui dal mal di gola e dalla tosse si passasse a una fatica respiratoria, è fondamentale che i genitori del bambino si rivolgano al pediatra. Durante la visita lo specialista valuterà un’eventuale terapia cortisonica da inalare tramite aerosol o da assumere per bocca per un trattamento di durata variabile ma, di norma, non inferiore ai 5-7 giorni.

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