La variante Omicron del Covid-19 continua a restare sotto i riflettori delle autorità sanitarie e dei governi di tutto il mondo. 

La domanda che tutti si fanno è: i vaccini già a disposizione sono realmente efficaci per contenerla?

Al momento l’ipotesi che va per la maggiore è che gli attuali vaccini siano ancora efficaci (anche se Moderna ha già annunciato che sta lavorando a un nuovo vaccino “rafforzato”). Ma per averne la certezza si attendono ulteriori dati e ulteriori studi. 

Come conferma l’infettivologo Massimo Galli: “Su Omicron è stato detto troppo e anche in maniera contraddittoria. D'altro canto, i dati che abbiamo per ora non dicono molto e non dicono con certezza che buchi i vaccini”, ha spiegato ai microfoni della trasmissione Rai Agorà. “Anche se con tutte le mutazioni che ha non ci mette in un condizione tranquilla, quel che sembra è che i vaccini continuino a conferire una più che discreta protezione per l'infezione e una più che buona copertura per la malattia grave".

Per Galli se si presenta una variante "con importanti capacità diffusive, anche maggiori della Delta, è evidente che un'attenzione la devi riservare". Quindi, "non bisogna fasciarsi la testa ma neanche ignorare il problema. Finché non abbiamo altre informazioni dobbiamo esprimerci con cautela, la cosa certa è che la necessità di una terza dose è ulteriormente corroborata dalla comparsa di questa variante". 

“Bisogna aspettare un po' per la temuta possibile riduzione dell'efficacia dei vaccini. I dati di Israele preliminari anche qui ci confortano, dicendo che con tre dosi la risposta è buona, quindi necessità hanno reso dal punto di vista istituzionale di mantenere molto alta l'attenzione e la capacità di tracciamento che è già in difficoltà”, ha detto invece il virologo Fabrizio Pregliasco.

E poi Matteo Bassetti, primario del reparto di Malattie infettive del San Martino di Genova: "Mi pare che abbiamo sostanzialmente ridimensionato un problema che fino a qualche giorno fa sembrava la fine del mondo. C'è stato un corto circuito informativo, forse è stato più problematico per la politica e per l'economia che non per i medici".

"I sudafricani hanno segnalato di aver isolato questa variante – aggiunge Bassetti – ma ci hanno detto che i sintomi dei pazienti che avevano osservato erano molto lievi”.

Ancora: “Il virus sta mutando e lo fa in un Paese in cui ci sono pochi vaccinati. Questo significa che bisogna vaccinare e significa anche che, anziché avere sempre una variante che oltre ad essere più contagiosa è anche più rapida nell'evoluzione clinica, questa volta sembra non essere così. Il problema esiste e la soluzione è la vaccinazione, che non può essere solo quella nei Paesi ricchi". 

Intanto, le autorità sanitarie olandesi hanno annunciato che la nuova variante Omicron era presente nel Paese una settimana prima di quanto si credesse in precedenza. Lo ha scritto il quotidiano De Telegraaf precisando che sono in corso controlli per vedere fino a che punto si è diffusa. In particolare, la variante è stata rilevata in due campioni di prova che erano già stati prelevati il 19 e 23 novembre, dunque prima dell’arrivo del volo dal Sudafrica dove sono stati trovati molti passeggeri positivi proprio al Covid-19, variante Omicron.

(Unioneonline/l.f.)

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