L'ictus è la terza causa di morte nel mondo occidentale, inclusa la Sardegna, e al primo posto per invalidità fisica e disabilità mentale.

Per questo è fondamentale conoscerne i sintomi.

"Una corretta terapia, specie nelle prime ore, consente non solo la sopravvivenza ma anche una migliore qualità di vita dopo l'evento - spiega Maurizio Melis, che guida la Stroke Unit dell'Azienda Ospedaliera Brotzu, attiva a Cagliari dal settembre 2001 -. Si è lavorato tanto per la prevenzione dell'infarto in questi anni, meno si è fatto per riconoscere un ictus, per questo l'informazione ai cittadini è fondamentale. Un terzo della popolazione non sa riconoscere i sintomi di questa malattia".

"L'ictus oggi fa meno paura ma è fondamentale che il paziente arrivi in tempo in ospedale. Di fronte a un possibile ictus bisogna subito chiamare il 118 che sa dove accompagnare il paziente, mai recarsi di persona in ospedale, perché il tempo è prezioso. Quattro ore e mezza per il trattamento endovenoso e sei ore per quello meccanico sono i tempi entro cui si può intervenire per salvare il paziente. In alcuni casi selezionati i tempi di intervento possono essere anche più lunghi. Gli operatori del 118 ci avvisano durante il trasporto spiegandoci i sintomi e noi siamo pronti per intervenire ottimizzando i tempi".

Della Stroke Unit del Brotzu, operativa h 24, fanno parte quattro medici, 15 infermieri, cinque operatori sociosanitari, oltre che medici, fisioterapisti e un logopedista. Tutti i medici della Neurologia intervengono nella terapia di fase acuta.

Tredici i posti letto disponibili, ai quali si aggiungono i sei posti letto ciascuno nelle Unità degli ospedali di Sassari e Nuoro. In stretto contatto con i neurologi operano i reparti di Cardiologia Interventistica con emodinamica e di Neuroradiologia, che si occupa delle procedure interventistiche endovascolari.

(Unioneonline/D)
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