Un buon "viaggio" tra le braccia di Morfeo è fondamentale ma è necessario che sia "disegnato" su misura caso per caso in modo da poter soddisfare l’anima e rendere davvero riposato il corpo.

Se possibile, poi, cerchiamo di evitare cene pesanti, alcolici in eccesso e fumo la sera, anche per ridurre il rischio che il sonno si trasformi in un susseguirsi di incubi, con sogni che ci fanno svegliare di soprassalto.

Ma soprattutto, se soffrite di cuore o comunque presentate fattori di rischio cardiovascolare, come un’ipertensione difficile da controllare, ricordate di parlare di vostri sogni paurosi anche al medico. Il motivo?

Pare proprio che per chi è ansioso o per chi soffre di depressione, con una tendenza a vedere tutto nero, in presenza di fattori di rischio specifici più gli incubi si manifestano tanto maggiori sarebbero i rischi per l’apparato cardiovascolare.

La curiosa associazione emerge da una ricerca giapponese pubblicata sulla rivista della Società Europea di Cardiologia European Journal of Cardiovascular Nursing.

L’indagine dimostra che chi ha problemi cardiaci e settimanalmente va incontro a sogni spaventosi potrebbe andare incontro ad ansia e depressione anche cinque volte di più rispetto a chi "sogna" bene.

La ricerca ha preso in esame oltre 1200 persone ricoverate per patologie cardiovascolari, proponendo ai soggetti questionari mirati a valutare la presenza di incubi a disturbare il sonno notturno.

Nella notte, poi, si sono misurati attraverso rilevatori d’ossigeno eventuali disturbi nel flusso del gas nel sangue. All’interno dell’organismo si è visto che poco meno del 15 per cento delle persone osservate ha avuto almeno un incubo al mese e il 3,6 per cento ha avuto almeno un incubo a settimana.

Analizzando i dati si è visto che, eliminando anche il possibile influsso dei farmaci assunti, chi faceva brutti sogni almeno una volta a settimana aveva un rischio quasi quintuplicato si andare incontro a depressione e ansia, condizioni che certo non aiutano il benessere cardiovascolare. Insomma: si può dire che gli incubi sono un campanello d’allarme e quindi vanno sempre riferiti al medico.

Federico Mereta
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