Un convegno per andare oltre i pregiudizi con cui è costretto a convivere, ogni giorno, chi soffre di una malattia che troppo spesso incute timore in chi non la conosce: l'epilessia. L'appuntamento, dal titolo emblematico "Lo stigma della malattia: il caso dell'epilessia", è in programma domani a Cagliari (sala conferenze Banco di Sardegna, viale Bonaria 33), dalle 9 alle 13.30. Un'occasione per riflettere, grazie al confronto con medici, esperti e pazienti, su come la società reagisce a determinate patologie, e come istituzioni, scuole, educazione familiare possono incidere nella comprensione e conseguente accettazione.

LO STIGMA - "L'epilessia - spiega il neurologo Walter Merella, coordinatore regionale della Lega Italiana contro l'Epilessia (Lice), che organizza l'iniziativa insieme all'Istituto Gramsci Sardegna - rappresenta un caso esemplare dei processi di costruzione dello stigma associato alla malattia. Chi soffre di questa patologia vive molto spesso nella paura di essere considerato "pazzo", pericoloso, e dunque la nasconde, comportamento che porta con sé una serie di pericolosi effetti a cascata".

LA PAURA - È ad esempio questo il motivo per cui il 50 per cento dei malati di epilessia in età adulta, in Italia, non si cura, esponendosi così a manifestazioni improvvise che possono anche portare a ricoveri urgenti in ospedale e a un aggravio di costi per il sistema sanitario nazionale. "Fra i miei pazienti - spiega Merella - ho avuto uomini e donne che addirittura nascondevano la diagnosi alle proprie mogli e ai propri mariti. Ho avuto il caso di una giovane che veniva invitata dai genitori ad acquistare i medicinali necessari lontano dal paese per timore che potesse essere riconosciuta. Eppure, quello che i più non sanno, è che di questa malattia hanno sofferto molti grandi del passato, fra cui Alessandro Magno, Giulio Cesare, Napoleone Bonaparte: l'epilessia non è un ritardo mentale che interferisce nella vita intellettiva".

IL PANEL DI ESPERTI - A discutere del delicato e importante tema al centro del convegno cagliaritano, accanto a Walter Merella anche la sociologa Sabrina Perra, la presidentessa della Federazione Italiana Epilessie Rosa Cervellione, i sociologi Stefania Ferraro e Marco Marzano, il pedagogista Daniele Novara. E poi la docente Maria Bonaria Farci, con cui Lice Sardegna sta sviluppando un progetto di educazione contro il pregiudizio di malattia. A essere coinvolti i bimbi della terza e quarta classe della scuola primaria "Gramsci" di Assemini, che anche attraverso una serie di esercitazioni pratiche hanno imparato a conoscere il malato epilettico non come un "diverso", bensì come una persona che "semplicemente a volte ha bisogno d'aiuto".

I NUMERI DELLA MALATTIA NELL'ISOLA - "In Sardegna - spiega Walter Merella - si stima che a soffrire di epilessia siano dalle 12 alle 14mila persone, di cui circa 6mila minori, un dato che riflette quello nazionale pari a circa l'1 per cento della popolazione. I picchi nell'incidenza si registrano prima dei 20 anni e dopo i 65". La patologia deve essere costantemente tenuta sotto controllo, ma quello che non tutti sanno è che, adeguatamente trattata, può avere un esito positivo. «I bambini - spiega Merella - arrivano ad esempio a una guarigione nell'80 per cento dei casi".

LA GIORNATA MONDIALE - Oltre al convegno, sono numerose le iniziative già fissate, anche nell'Isola, con la ricorrenza della giornata mondiale dell'epilessia, che cade l'11 febbraio prossimo. A Cagliari, Sassari e Nuoro sono previste (dalle 9 alle 14) visite gratuite aperte a tutti nei centri specializzati.

Virginia Lodi

(Unioneonline)

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