Uno studio rivoluzionario, che riaccende in modo importante il dibattito etico sul "fine vita" con riferimento a pazienti che si trovano in stato vegetativo, una sorta di coma profondo sino ad oggi ritenuto "perenne". E un progetto che potrebbe trovare nuovi sviluppi e applicazioni in Sardegna, perché nato proprio dall'intuizione e dal lavoro di un'equipe guidata dalla dottoressa Angela Sirigu di Tortolì - oggi direttore dell'Istituto di Scienze Cognitive del Cnrs (il Centro Nazionale di ricerche francese) a Lione – e del dottor Gianluca Deiana di Nuoro, che hanno in animo di portare la possibile terapia anche nell'Isola.

In particolare, secondo il team guidato dalla dottoressa Sirigu, intervenendo con la stimolazione del nervo vago su pazienti in stato "vegetativo" è infatti possibile "svegliare" i pazienti, che significa riportarli in uno stato caratterizzato "da un certo livello di attenzione, di attività cerebrale e di capacità di movimento".

"L'intuizione è arrivata nel 2013 – spiega Gianluca Deiana a L'Unione Sarda – e a seguito di una serie di confronti fra me, la dottoressa Surigo e il professor Franco Marrosu del Policlinico del Monserrato: notavamo, infatti, come a seguito della stimolazione del nervo vago su pazienti epilettici, si verificasse una sorte di 'risveglio'. Ci siamo allora chiesti se la terapia non potesse essere utilizzata con efficacia anche su malati in stato di coma ritenuto perenne".

Il dottor Gianluca Deiana
Il dottor Gianluca Deiana
Il dottor Gianluca Deiana

Prosegue il dottor Deiana: "Abbiamo quindi avviato un esperimento con il CNRS di Lione partendo da un caso ritenuto fra i più difficili: un ragazzo di 35 anni in stato vegetativo persistente, che durava da 15 anni, causato da gravissime lesioni cerebrali a seguito di un incidente di moto. Dopo un mese di stimolazione e dopo un intervento chirurgico molto semplice, durato una ventina di minuti, che ha previsto l'impianto sotto il muscolo pettorale di una sorta di 'pacemaker' in grado di stimolare il nervo vago, il paziente oggi è in grado di rispondere ad ordini semplici, cosa impossibile in precedenza, come per esempio seguire un oggetto con lo sguardo, girare il capo da un lato all'altro se richiesto. Riesce anche a stare sveglio a lungo, ascoltando ad esempio la madre mentre gli legge un libro".

La ricerca rompe quindi un dogma della medicina moderna, che vuole che un paziente in stato vegetativo da oltre un anno sia destinato ad essere perennemente in uno stato di mancanza di coscienza. Ma non solo. "Essendo partiti da uno studio pilota su uno dei casi ritenuti più gravi, la speranza è di poterlo applicare con ancora maggiore successo su pazienti con danni cerebrali inferiori o in stato di coma da minor tempo. E, appunto, di poterlo portare in Sardegna: il costo di uno stimolatore è piuttosto contenuto, si aggira sui 40mila euro, ma i risultati possono valere il ritorno delle persone alla propria coscienza, fosse anche solo per decidere del futuro o del fine ultimo della propria vita".

Virginia Lodi
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