Del Recovery Fund sono necessari 3 miliardi di euro in più per far fronte a un sommerso di 4,5 milioni di italiani che non hanno accesso ai servizi di cura della salute mentale. E' questo quanto contenuto in un appello del coordinamento dei dipartimenti di salute mentale italiani.

Secondo la rete di specialisti, "la grave emergenza psichiatrica e psicologica, a oltre un anno dalla pandemia, deve essere affrontata e non può più essere rinviata". Se l'1,5% degli italiani usufruisce dei servizi di salute mentale (sono circa 900 mila), c'è un altro 5% (quasi 4,5 milioni), che si stima ne abbia bisogno ma non riesce ad avere accesso ai servizi di cura. I nuovi fondi, spiegano dal Coordinamento, possono portare a realizzare un nuovo "Progetto obiettivo", come quello portato a termine tra il 1998 e il 2000 ma che ora possa durare per 9 anni, dal 2021 al 2030.

Per Massimo di Giannantonio ed Enrico Zanalda, co-presidenti della Società italiana di psichiatria (Sip), e fondatori del Coordinamento nazionale dei Dipartimenti di salute mentale italiani, nato a dicembre 2020, "l'Italia da oltre 20 anni è inchiodata a un budget sanitario del 3,6% del Fondo sanitario regionale, complessivamente poco più di 4 miliardi di euro". "La spesa, compresi i servizi per le dipendenze deve essere portata al 6% e finanziata con un aumento di 3 miliardi - proseguono - Con il Recovery Fund in arrivo si potrà così fare molto per rimettere in moto la psichiatria e fronteggiare un sommerso di 4,5 milioni di italiani con disturbi non ancora intercettati dal sistema e prevenire il peggioramento del loro decorso clinico".

I NUMERI - "Nei Dipartimenti di salute mentale, oltre 140 in Italia, con meno di 30mila operatori e quasi 900 mila pazienti in cura, mancano all'appello 2.000 psichiatri, 1.500 psicologi, 5.000 infermieri, 1.500 terapisti della riabilitazione psichiatrica e altrettanti assistenti sociali. E mancano sistemi informatici e telemedicina per mantenere il contatto con il paziente anche quando non è possibile visitarlo in presenza", commentano Giuseppe Ducci, direttore del Dsm Roma 1 e Giulio Corrivetti, direttore del Dsm di Salerno.

Per Carlo Fraticelli, direttore del Dsm di Como, "lo stanziamento di fondi per riformare la salute mentale in Italia più che mai un'esigenza oggi in tempi di Covid, dove tanti disagi restano 'in lockdown' sepolti spesso tra le 4 mura e rischiano di fare da detonatore alle fragilità dei servizi".

(Unioneonline/v.l.)
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