L’asma è una malattia infiammatoria cronica delle vie aeree, caratterizzata dall’ostruzione, generalmente reversibile, dei bronchi. Può essere curata e tenuta sotto controllo. È importante assumere regolarmente i farmaci prescritti dal medico e sottoporsi a regolari visite di controllo. Secondo i dati raccolti dalla Global initiative for asthma, le persone nel mondo che soffrono della malattia si attestano su una cifra che supera i 350 milioni. Nel 50% degli adulti e nell’80% dei bambini malati di asma, a prevalere è la forma allergica, mediata dalla risposta dovuta alle immunoglobuline E. Tuttavia, soprattutto in seguito agli sviluppi recenti della ricerca, oggi è lecito affermare che l’asma sia una patologia imputabile a tante cause, talora molto diverse fra loro, come ad esempio a quella “da esercizio fisico” e a “quella professionale”, quando si inalano sostanze nocive sul luogo di lavoro.

«In Italia», spiega il professor Stefano Del Giacco, immunologo e allergologo del Policlinico Duilio Casula di Cagliari, ospite di una puntata di “15 minuti con…”, il talk di approfondimento sulla salute dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Cagliari, in collaborazione con il gruppo Unione Sarda e condotto dal giornalista Fabrizio Meloni, responsabile della Comunicazione e delle relazioni esterne dell’Aou, «è stato rilevato che ogni anno il 5% della popolazione (tre milioni di persone circa) si ammala di asma. La Sardegna si allinea con le medie nazionali, con circa ottantamila casi registrati».

«Per fortuna nel nostro Paese», prosegue il medico, «come del resto anche negli altri che si affacciano sul Mediterraneo, l’incidenza dell’asma è sensibilmente più bassa, per fare un esempio, rispetto a paesi anglosassoni quali gli Stati Uniti, l’Inghilterra e l’Australia; le condizioni climatiche e lo stile di vita, dunque, motivano questi dati solo in parte, considerando le differenze sostanziali che contraddistinguono le tre suddette nazioni, mettendo così in evidenza, d’altra parta, quanto sia invece rilevante il ruolo ricoperto da fattori genetici nel far sì che la patologia insorga».

«Questa patologia può insorgere a tutte le età», sottolinea Del Giacco, «non solo nei primi anni di vita (pensiamo, per esempio, a quello che una volta era definito broncospasmo, ossia la contrazione anomala della muscolatura liscia dei bronchi), e le sue evidenze possono emergere anche negli anni della giovinezza. L’asma nell’adulto, in genere oltre i quarant’anni, è la più difficile da curare e sovente può assumere le caratteristiche di un’asma grave».

«Fino al recente passato le cure per questa forma erano limitate, costose e con significativi effetti collaterali», precisa l’immunologo, «come accade se si adottando terapie cortisoniche, comportando marcate limitazioni anche nello svolgimento di alcune azioni base della vita quotidiana, come uscire per andare al lavoro. Invece oggi, grazie ai nuovi farmaci bio-tecnologici che operano con gli anticorpi monoclonali, la situazione è sensibilmente migliorata. Questo successo è dovuto anche alla possibilità, offerta dal nostro sistema sanitario nazionale, di accedervi abbattendo i costi, altrimenti proibitivi, per un tale approccio clinico. Ciò non implica che ogni paziente asmatico non vada monitorato con cura, rispettando una frequenza che varia a seconda della gravità della patologia, come infatti avviene da noi al Policlinico — l’unico centro di allergologia e immunologia clinica ospedaliero- universitario dell’Isola — e nelle altre cliniche che se ne occupano a Cagliari (ospedali Binaghi e Santissima Trinità), Sassari e in altri centri come Oristano e Nuoro».

«È importante mettere in luce», aggiunge Del Giacco, «che probabilmente solo il 10% dei pazienti affetti da asma grave fa ricorso ai nuovi farmaci, mentre invece potrebbero essere molti di più a trarne beneficio. Dunque invitiamo chi soffre di questo tipo di disturbi a recarsi nei centri specializzati per poterne usufruire».

Luca Mirarchi

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Lockdown e medicina estetica

Tra i molteplici effetti della pandemia sulla vita di ognuno di noi, tra i meno gravi e più “frivoli” c’è stata anche la maggiore esposizione del nostro viso in contesti digitali, con la conseguente maggiore consapevolezza dei propri difetti, e un maggior utilizzo dei social network, dovuto all’aumentato tempo libero.

Tutto ciò ha avuto effetti su quelle che sono state negli ultimi anni le richieste di interventi di medicina e chirurgia estetica, anche tra le fasce di età più giovani. Tra il cosiddetto effetto “Zoom Boom”, determinato dalla maggiore esposizione del volto durante le numerose videocall, e l’uso della mascherina, che inevitabilmente accende i riflettori sulla parte alta del visto, le richieste di interventi correttivi sono aumentate.

In particolare, la dottoressa Lucia Calvisi, titolare dello Studio Dermatologico e di Medicina Estetica Calvisi di Cagliari, ha rilevato negli ultimi anni un incremento del 25% nelle richieste di trattamenti del Terzo Superiore (la parte alta del viso), in tutte le fasce di età.

Ma non solo. L’elevato utilizzo dei social network, soprattutto da parte dei più giovani, ha determinato un incremento di addirittura il 40/45% dei trattamenti del Terzo Inferiore, in particolare la cosiddetta Jawline (mascella) che i giovani vorrebbero più squadrata, come di moda su Instagram. Un altro intervento molto richiesto dai millennials è la correzione delle imperfezioni del naso, attraverso il Rinofiller, un intervento non chirurgico effettuato con l’acido ialuronico.

«Se il desiderio di migliorare il proprio aspetto fisico è assolutamente positivo, soprattutto nel caso dei più giovani occorre far capire che gli standard di perfezione a cui aspirano, perché presenti sui social network, soprattutto Instagram e spesso per via dell’utilizzo di filtri, a volte non sono reali», precisa la dottoressa Lucia Calvisi. «Per questo motivo, nel nostro centro indirizziamo i pazienti verso trattamenti non invasivi, che possano dare una maggiore armonia al loro volto senza stravolgerlo e, soprattutto, senza puntare a modelli non aderenti alla realtà».

Red. Ins.

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