Ad ognuno il suo vaccino. Proteggersi dall’influenza in arrivo è fondamentale, a tutte le età. Ma occorre ricordare che, come accade per un vestito, è necessario “cucire” la prevenzione che meglio si attaglia ad ognuno, considerando non solo l’età ma anche le condizioni di rischio e le situazioni che possono rendere il sistema immunitario meno pronto a reagire allo stimolo vaccinale, con conseguente necessità di offrire vaccini specifici per questi soggetti. Mentre dall’Australia si annuncia un’influenza particolarmente “intensa”, anche perché per due anni praticamente i virus influenzali non hanno circolato, da noi gli esperti consigliano di proteggersi. E con i vaccini più appropriati, che il medico può indicare.

Tutti i segreti dell’influenza e della prevenzione mirata sono al centro della trasmissione “Ippocrate” di Videolina in programma questa sera alle 21. La puntata, condotta da Stefano Birocchi e Federico Mereta, vedrà la partecipazione di due grandi esperti, Paolo Castiglia, ordinario di Igiene all’Università di Sassari, e Gabriele Mereu, responsabile vaccinazione della Asl di Cagliari.

Le statistiche dicono che il 65% delle ospedalizzazioni legate all’influenza e l’85% dei decessi correlati all’infezione interessano soggetti che hanno superato il 65 anni. Come se non bastasse, ogni anno le ospedalizzazioni per cause cardiovascolari ed eventi respiratori riconducibili all’influenza sono più di 300.000. «Per questo non si può parlare di una patologia “banale” – come segnala Castiglia. Anche gli operatori sanitari sono tenuti a vaccinarsi sia per non far mancare l'assistenza in un periodo di così grande crisi di personale sanitario sia per non trasmetterla proprio ai pazienti più fragili che loro hanno in cura, in particolare negli ospedali».

Se la prevenzione è fondamentale per tutti, visto che consente anche di limitare la circolazione del virus, occorre quindi prestare particolare attenzione ai soggetti a rischio. Nella terza età si rischia di avere risposte meno efficaci allo stimolo vaccinale per un fenomeno chiamato immunosenescenza. Come il cuore, il cervello, i reni, così col tempo invecchia anche il sistema immunitario, che ha il compito di individuare virus e batteri prima possibile e difendere il corpo dalle infezioni. Si tratta di un processo che vede in gioco diversi meccanismi: la ridotta capacità di rigenerazione delle cellule immunitarie, la loro diversa capacità di differenziazione, la perdita progressiva della memoria immunologica in caso di successivo contatto con l’agente patogeno e accumulo di errori a livello cellulare.

«Il “combinato disposto” di questi fattori comporta che più l’età avanza, più si è a rischio di contrarre alcune malattie infettive ed è dunque fondamentale vaccinarsi», ricorda Mereu. «Sappiamo però di avere soluzioni vaccinali specificatamente indicate per questa popolazione: bisogna puntare su scelte appropriate per contrastare il fisiologico invecchiamento del sistema immunitario attraverso soluzioni che potenzino la risposta anticorpale dell’anziano».

© Riproduzione riservata