Stitichezza, bocca secca, problemi alla vista: botulismo, i sintomi da non sottovalutare
Poi arrivano le difficoltà di deglutizione e respirazione, ma a quel punto è già necessario intubare il pazientePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Nella maggior parte dei casi si comincia con una stitichezza senza apparenti ragioni, che può comparire anche settimane dopo l’ingestione della tossina. Poi la secchezza delle fauci, «che può essere così intensa da non riuscire a parlare». Quindi, disturbi agli occhi, «un abbassamento delle palpebre e poi problemi alla vista, come visione doppia o offuscamento».
Sono i primi sintomi dell’intossicazione da botulino. Paolo Maurizio Soave, responsabile del Centro Antiveleni della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs di Roma, spiega che in caso di «sospetto botulismo, prima si interviene per arrestare la progressione della tossina, meglio è». Il botulismo è una malattia causata dalle tossine prodotte da alcuni batteri, in particolare dal clostridium botulinum: «Produce una paralisi discendente che dalla testa tende a diffondersi verso il basso».
In presenza di questi tre sintomi, sottolinea Soave, «è bene rivolgersi al pronto soccorso oppure contattare un centro antiveleni per capire se ci sono le condizioni per andare in ospedale». Perché poi arrivano le conseguenze più severe, i problemi di deglutizione e le difficoltà respiratorie. «Arrivati a questo punto può essere necessario intubare il paziente: una procedura salvavita, che però espone ad alti rischi di complicanze», spiega Soave.
Il trattamento è finalizzato da una parte a controllare i sintomi e sopperire alle funzioni danneggiate (per esempio l'incapacità di alimentarsi), dall'altra a combattere la tossina con il cosiddetto antidoto, un siero di antitossine botuliniche distribuito dal ministero della Salute. Un antidoto, precisa lo stesso Soave, che «non è curativo», ma «serve a fermare la tossina e impedirne la progressione». In genere «il recupero è buono, ma i tempi sono piuttosto lunghi e possono variare da qualche settimana a diversi mesi».
(Unioneonline)