Vauro: "La mia vignetta su Salvini? È lui che istiga davvero alla violenza"
Il disegnatore toscano spiega com'è nato il disegno del "selfie-mortale" che ha destato polemiche. E ne ha anche per il M5S: "Stendiamo un velo pietoso"Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Metti insieme Vauro e Salvini ed il risultato è esplosivo.
Dopo il primo ok alla legge sulla legittima difesa, il vignettista toscano, nei giorni scorsi, ha pubblicato una corrosiva vignetta (il leader della Lega che confonde telefonino e pistola e si spara in fronte nel tentativo di farsi un selfie) che ha fatto discutere e alla quale il ministro dell'Interno ha risposto preannunciando querela.
Mentre le polemiche non si sono ancora sopite, abbiamo raccolto la voce dell'autore del controverso disegno.
Ha letto i commenti sui social dopo la vignetta sul selfie mortale di Salvini con la pistola?
"Qualcuno sì. Non che mi interessino più di tanto, anche perché ci sono abituato.
Credo si chiami la Bestia, un nome confacente: è la società che si occupa di linciare sui social quelli che Salvini ritiene suoi nemici. Poi, con l'effetto emulazione, triplicano o quadruplicano. Comunque non è una cosa a cui io dia molta importanza, in fondo sono radical chic".
Il giorno prima della sua vignetta è circolata una fake news di una festa elettorale a Olbia dove sarebbe comparsa una pistola, rivelatasi poi un banalissimo telefonino. Ha tratto ispirazione da questo episodio?
"No, non conoscevo la notizia, non l'ho letta. L'associazione di idee che mi ha portato ad abbinare il telefonino alla pistola è molto semplice: sono i due strumenti di ossessiva propaganda usati da Salvini, i selfie e le pistole, che aleggiano nei provvedimenti cardine della linea politica del ministro".
Ovvero?
"La legittima difesa e il Decreto sicurezza. Mi sono immaginato Salvini con questi due strumenti in tasca e, non ritenendolo un genio, ho pensato che rischiasse di scambiare l'uno per l'altro. Del resto Salvini usa i social come pistole o manganelli, quindi non sarebbe una confusione così grave".
Ma la pallottola, nella sua vignetta, non poteva semplicemente sfiorare la testa del vicepremier, anziché trapassargliela?
"Io sono cresciuto con Jacovitty e ho sempre considerato meravigliose le sue creazioni, in particolare le pallottole di Cocco Bill. Lo ritengo un mio ispiratore. Molte volte ci sono pallottole nelle mie vignette ma non sono proiettili da film splatter, non c'è mai una goccia di sangue, non c'è nulla di violento. Sono dei cartoni animati, come il gatto Silvestro a cui cadono gli incudini sulla testa".
Con una vignetta così forte l'effetto clamore è assicurato. Ne vale la pena?
"Se non apparisse forte sarebbe altro. Io amo le vignette che danno questa sensazione, devono essere così. La satira politica non è comicità, sono due registri completamente diversi. Per cui ritengo indispensabile che nella satira politica ci sia un elemento di aggressività. Ciò che fa si che tale elemento non diventi mai violento è il contesto in cui si manifesta, un contesto ludico, cioè un gioco, che può essere serissimo come quello dei bambini, ma è un gioco dichiarato".
In che senso?
"Nelle vignette ci sono dei pupazzi non degli uomini in carne e ossa, le pallottole disegnate passano da una parte all'altra senza far scaturire una sola goccia di sangue. E tutto questo è compreso in un teatro onesto che si chiama satira, perché usa, nel caso di quella disegnata, dei pupazzetti. Nel caso di satira scritta o cinematografica o televisiva è sempre molto evidente il contesto in cui il messaggio passa. Il medesimo messaggio può diventare violento solo se viene collocato in un contesto diverso".
Qualche esempio?
"Se, per esempio, vengono pronunciate le stesse frasi che sono presenti nel balloon di una vignetta in un comizio politico da un palco o dallo schermo di una televisione, durante un talk show, dove il politico di turno è intervistato, allora è certo che la valenza cambia completamente perché cambia il contesto. E se c'è qualcuno che ha un linguaggio, non solo violento, ma che istiga perennemente e costantemente alla violenza, è proprio il signor Salvini".
Di recente è circolato anche un video che mostra alcuni giovani che, davanti a una sede della Lega a Oristano, augurano la morte a Salvini e alle donne e a i bambini che lo sostengono. Sembra coloro che "Non sono Einstein", come li ha chiamati lei, abbondino al di là dell'appartenenza politica...
"Non conosco il caso, detto così è orrendo. Messaggio e video simili sono terribili, assolutamente esecrabili.
La questione è che quando si sdogana, come viene sdoganato addirittura a livello istituzionale non solo sul piano politico, un linguaggio violento, con contenuti e parole violenti, si consente che questo linguaggio si diffonda, addirittura diventi senso comune. Questo esempio è un elemento in più, e non in meno, per sottolineare la gravità dell'uso sconsiderato di un linguaggio violento quando arriva dalle istituzioni e dalla politica".
Il tema della morte per lei è sempre molto leggero. Si ricorda quando è stato sospeso dalla Rai per alcune puntate di Anno Zero? Come andò?
"Non ero stato sospeso, ma espulso e poi la Rai si rimangiò il provvedimento. All'epoca il direttore generale era Masi. C'era stato il terremoto dell'Aquila e molte di quelle vittime, penso in particolare ai giovani morti nel crollo della casa dello studente, non erano in realtà decedute a causa di un evento naturale, ma erano vittime di una speculazione edilizia illegale con legami criminali che ha fatto si che molte di quelle costruzioni si sgretolassero alla prima scossa".
Anche in questo caso se la prese con la politica?
"Sì. Parliamo di vittime di una corruzione che narra di collusioni tra politica, bassa imprenditoria e criminalità. Proprio nello stesso periodo, durante il Governo Berlusconi, fu proposto il disegno di legge 'Piano casa', un provvedimento che sanava di fatto l'abusivismo, legalizzandolo. Il morire a causa dell'abusivismo e per la mancanza di controlli mi ha spinto a denunciare il fenomeno criminale con la vignetta sull'aumento delle cubature da realizzare anche nei cimiteri, in virtù di quello che era previsto nel 'Piano casa', mettendo in risalto le macerie della città e allineando le bare destinate a quei poveri sventurati uccisi, più che da un sisma, da un sistema".
Non è offensivo "giocare" con la morte?
"Non è un giocare con la morte, bensì giocare sui responsabili di quelle morti. Solitamente, con somma ipocrisia, si chiede il silenzio in circostanze luttuose. Non ritengo che questo comportamento sia una forma di rispetto per i morti, quando per quelle vittime ci sono dei colpevoli".
Però potrebbe sembrare che lei rida delle tragedie...
"Sul ridere rispetto ad una tragedia, accusa che mi è stata rivolta, sono convinto che quella sul terremoto a L'Aquila non fosse una vignetta che volesse né potesse suscitare la risata, perchè la satira, come ho detto, non è comicità.
È l'interpretazione della realtà che parla con un linguaggio particolare e cerca di evidenziare ciò che di grottesco, di contradditorio, c'è nelle cose che avvengono denunciandole a modo suo.
Il ridere può essere al massimo un effetto collaterale della satira, ma non è certo la sua finalità. E poi...".
E poi?
"Ritornando alla vicenda del sisma, rispetto all'ilarità disumana sulla tragedia, e la cosa non mi fa certo piacere, si è sentito chi rideva veramente a poche ore dal terremoto quando sono emerse le intercettazione tra Piscicelli e Gagliardi! L'abbinamento dello scandalo, che suscitò la mia vignetta, con l'accusa che avrei deriso i morti con la satira è stato costruito ad arte forse per distogliere l'attenzione da quei personaggi che ridevano davvero sulle vittime e che io attaccavo nella vignetta".
Torniamo alla situazione politica attuale. Secondo i sondaggi la Lega vola e i 5 Stelle perdono punti. Secondo lei come finirà alle Europee?
"Io non sono Otelma, non ho la palla di cristallo. I Cinquestelle sono stati il cavallo di Troia di Salvini e continuano ad esserlo. Di Maio parlava di taxi del mare riguardo all'invasione dei migranti. Ebbene, per l'invasione leghista lui ha fatto il taxi di Salvini".
Insomma, non ha una grande considerazione del M5S...
"Stenderei un velo pietoso, l'unico ruolo palpabile e tangibile dei Cinquestelle è quello di aver fatto ingigantire Salvini che partiva da un 17%. Guardando alle Europee, per ora l'aumento della Lega è solo nei sondaggi, vediamo se poi dai sondaggi si trasferirà anche nelle urne. Dipenderà da tanti fattori"
E del centrosinistra cosa pensa?
"Sarà bene che si dia una scrollata, si risvegli e mi riferisco alla sinistra istituzionale, perché al contrario, nella cosiddetta società civile, la sinistra è vivacissima.
Sono milioni di persone, ma buona parte di queste, purtroppo, non va più a votare perche non percepisce la rappresentanza, non trova luoghi di confronto".
Il suo giudizio sulle recenti primarie?
"Quando gliene viene data un'occasione, anche sgangherata, come sono state le primarie del Pd, il popolo del centrosinistra dà sempre una risposta incredibile. Parlo di un milione e ottocentomila votanti in coda ai gazebo. Non penso siano tutti del Pd, ma credo e spero che tutta questa gente abbia partecipato alla consultazione così massicciamente per inviare un segnale al Pd. Un segnale che va ben oltre quello che rappresenta oggi il Partito Democratico".
Sì Tav, no Tav. L' Italia è il Paese in cui si vara un progetto e dopo 5 anni, al primo cambio di Governo, si può anche tornare indietro annullando tutto. Secondo lei, questo è un bene o un male?
"In sé è un male, ovviamente, perché testimonia la misura della totale incapacità di governare della classe dirigente e della assoluta mancanza di visione.
Per visione intendo la capacità di guardare alla realtà del proprio Paese non per quello che è da oggi a maggio, per fissare una data, quella delle elezioni europee, ma in una prospettiva ideale, anche utopica, di quello che può diventare e che si vuole divenga la realtà politica, economica, sociale di un Paese in trasformazione. Una trasformazione vera non un cambiamento di slogan, perché il cambiamento in se non è un valore. Si può cambiare anche in peggio e purtroppo lo stiamo sperimentando".
Qual è la sua posizione sull'Alta velocità Torino-Lione?
"La vicenda della Tav nasce malissimo perché mentre da parte francese le popolazioni delle zone interessate ai cantieri sono state consultate e informate, con momenti di incontro e riflessione, da parte italiana c'è stata una posizione arrogante. È mancata la stessa trasparenza, o meglio correttezza, che ha contraddistinto la conduzione francese. Tant'è che il problema più serio, a quanto mi risulta, è nel versante italiano. Insomma, un progetto nato male e divenuto oggetto di contrattazione tra Lega e Cinquestelle. Ed in tutto questo casino, perché di questo si tratta, è davvero difficile capire l'utilità o meno della Tav".
La battaglia No Tav lei l'ha seguita da vicino...
"Ho partecipato in Val di Susa a incontri di No Tav dove i partecipanti sembravano molto informati e motivati. Solo che la rappresentanza politica di questi gruppi organizzati di cittadini di fatto non c'è. Qualcuno pensava che avrebbero potuto trovarla nei Cinquestelle, ma come si vede, anche per loro la Tav è diventata un oggetto propagandistico e di scambio in un gioco di ricatti incrociati con la Lega".
Farebbe un selfie "di pace" con Matteo Salvini?
"Non ci penso neanche, perché rischierei di prendermi un colpo di pistola in faccia. Ma, se proprio lo devo fare, userò il mio telefonino".
L.P.