Sull’emergenza dermatite è saltato l’accordo in Consiglio regionale. Il provvedimento bipartisan per garantire ulteriori risorse alle aziende agricole per fronteggiare i costi degli abbattimenti e derivanti dalle movimentazioni slitta a settembre. Restano invece i dodici milioni previsti nell’assestamento di bilancio ora in discussione.

Niente leggina, dunque, perché l’opposizione ha abbandonato i lavori in commissione Agricoltura, con la maggioranza che alla fine ha approvato il testo predisposto dalla Giunta.

Dopo in Aula, alla ripresa dei lavori sulla variazione da 800 milioni, Paolo Truzzu (FdI) ha spiegato le ragioni della scelta politica della minoranza: «Avevamo dato disponibilità affinché in quinta commissione si elaborasse un testo unificato sulla dermatite bovina, prendendo spunto dalla proposta della giunta e dalla legge presentata dalla minoranza. Ma abbiamo appurato come in commissione sia stato approvato il testo della Giunta, e non è stata assolutamente prodotta una legge unificata. Ora, siccome immagino che ci sia, da parte della maggioranza, l'intenzione di far entrare in aula questa proposta di legge, lo dico subito a scanso di equivoci: noi vi chiederemo i dieci giorni per la relazione di minoranza».

E, rimarca il capogruppo, «li chiediamo, non perché non vogliamo sostenere il comparto zootecnico e dare una risposta agli allevatori, ma proprio per tutelarli: perché se passa la legge della Giunta che avete approvato in commissione gli allevatori ne avranno solo danni e non benefici. Ci tengo ad essere molto chiaro: non è una richiesta contro gli allevatori ma a favore degli stessi».

La leggina approvata in commissione autorizza l’Agenzia Laore alla spesa di 12,8 milioni per far fronte ai primi interventi urgenti. Una parte, 2,5 milioni, è destinata a fornire un tempestivo aiuto una tantum per consentire la ripresa produttiva delle aziende agricole sede di focolaio della malattia secondo la disciplina del regolamento degli aiuti in regime “de minimis” nel settore agricolo. Ecco, Truzzu contesta proprio il de minimis, «perché sono fuori le aziende che hanno avuto un sostegno negli ultimi tre anni pari a 250mila euro».

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