Ci provò Soru nel 2008 senza riuscirci. Diciassette anni dopo l’Assemblea sarda è di nuovo impegnata a scrivere e approvare la prima legge statutaria, cioè lo strumento con cui la Regione può definire le proprie regole interne: le modalità di elezione del Consiglio regionale, del presidente della Regione e della Giunta; la sfiducia verso il presidente della Regione; i casi di ineleggibilità e incompatibilità per le cariche di presidente, consigliere e assessore regionale; i rapporti tra organi della Regione. Oggi si è insediata la commissione speciale sulla legge statutaria. «Ci siamo dati ventiquattro mesi di tempo per approvare la legge statutaria», ha annunciato oggi il presidente del Consiglio e della commissione stessa Piero Comandini. Quindi, entro due anni sarà possibile avere una legge elettorale nuova.

«È un momento storico per la Regione - continua - perché stiamo facendo una legge statutaria che non è mai stata fatta, l’ultimo tentativo risale a diciassette anni fa e non andò a buon fine». Oggi, fa notare Comandini, «se avessimo avuto la legge statutaria, non ci saremmo trovati in questo buco normativo che ha portato alla richiesta di decadenza della presidente Alessandra Todde. Non essendoci la statutaria, è stata considerata da parte dei giudici una legge ordinaria che prevede incompatibilità e ineleggibilità prima della elezione diretta del presidente. Se avessimo avuto la statutaria, avremmo stabilito noi le forme di ineleggibilità e incompatibilità».

Al di là delle forme di governo, per Comandini è importante «la revisione della legge 1 del 1977 che riguarda l’organizzazione della Regione e le competenze degli assessori». La nuova statutaria, dunque, potrebbe diminuire le attuali dodici deleghe. E poi c’è la partita delle norme di attuazione delle norme dello Statuto. «Abbiamo applicato poco la parte dello Statuto che ci avrebbe consentito, in un rapporto con lo Stato, di migliorare quelle che sono le attribuzioni previste dallo Statuto stesso». Della commissione fanno parte tutti i capigruppo del Consiglio.

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