È il giorno della verità per Christian Solinas: alle 16 si discute in Consiglio regionale la mozione di sfiducia (prima firma di Gianfranco Ganau del Pd) contro il governatore che, secondo l’opposizione, sarebbe responsabile «di aver espresso in Conferenza delle Regioni il parere favorevole a una riforma (il disegno di legge Calderoli sulle Autonomie differenziate ndr.) che non è stata oggetto di confronto con le parti politiche e le parti sociali», e di «avere svilito il ruolo del Consiglio regionale, assumendo, in solitudine, una decisione di portata storica per la nostra Isola e per la sua autonomia e che invece sarebbe dovuta scaturire in seno all’Assemblea».

La maggioranza voterà contro la mozione, ma sono attesi interventi molto critici verso il presidente, che in questo periodo non gode di grandissima popolarità tra gli alleati. Sulla legge Calderoli, per esempio, Forza Italia è stata molto dura. «Chi ha detto di sì in nome della Sardegna ha compiuto una mossa incauta. Noi vogliamo leggere bene questa proposta e iniziare a riscriverla», era stato il commento del coordinatore regionale e deputato azzurro Ugo Cappellacci.

Problemi anche in casa, nel Psd’Az: nei giorni scorsi Franco Mula si è dimesso da capogruppo e sono tante le voci su un suo prossimo passaggio in Fratelli d’Italia. Potrebbero lasciare il gruppo anche Stefano Schirru e Piero Maieli, e il consigliere Fabio Usai.

La votazione della mozione di sfiducia sarà nominale e palese, e la maggioranza voterà contro. I distinguo e le assenze costituiranno però un segnale negativo per il presidente. In tanti si chiedono se Solinas parteciperà ai lavori: c’è chi è pronto a scommettere che non si presenterà.

Tutti i dettagli nell’articolo di Roberto Murgia sull’Unione Sarda in edicola e sull’app

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