Il Governo Meloni accelera sulle riforme costituzionali e in particolare sul presidenzialismo. 

La premier si è detta convinta della necessità di cambiare la Carta, cercando però di avere «un dialogo più ampio possibile con le forze parlamentari».

Per questo ha dato il via a una serie di consultazioni con le varie forze politiche, comprese quelle d’opposizione. 

Tra i primi ad avere un colloquio con la presidente del Consiglio, il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte. Che, però, all’uscita da Montecitorio, chiude le porte a una possibile sponda pentastellata al progetto di riforma. 

«Il tema è che almeno da questo primo incontro non è arrivata una condivisione», ha detto Conte dopo l’incontro. Aggiungendo: «Siamo per soluzioni sensate e anche a un rafforzamento dei poteri del premier ma in un quadro equilibrato, che non mortifichi il modello parlamentare che è molto utile per l'inclusività e favorisce la soluzione dei conflitti. E ci sta molto a cuore la funzione del Presidente della Repubblica che è di garanzia e serve alla coesione nazionale, ha un ruolo chiave».

Possibilisti, invece, gli esponenti del Terzo Polo: «Abbiamo definito il perimetro d'intervento: per noi c'è una linea rossa assoluta che è la figura di garanzia di unità nazionale del presidente della Repubblica, l'unica istituzione che garantisce l'unità, toccarla sarebbe un errore grave. Siamo invece favorevoli all'indicazione del presidente del Consiglio sul modello del

sindaco d'Italia», ha detto il leader di Azione, Carlo Calenda.

Meloni ha avuto anche un faccia a faccia, il primo, con la segretaria del Pd Elly Schlein. Al termine del colloquio la leader dem ha dichiarato: «Ciò che non vogliamo e a cui non ci prestiamo è l'indebolimento di pesi e dei contrappesi previsti dalla Carta, così come non si tocca l'istituzione del Presidente della Repubblica».

Una chiusura, dunque, alla possibilità di appoggiare le riforme proposte dal Governo, in quanto, ha aggiunto Schlein: «Non siamo per ridimensionare il ruolo del presidente della repubblica verso un modello di un uomo o un donna sola al comando».

(Unioneonline/l.f.)

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