Nel Pd fiaccato da un pessimo risultato elettorale e ora anche sotto pressione per le continue richieste di un appoggio esterno a un esecutivo guidato da Luigi Di Maio, scende in campo l'unico vincitore di questa sfortunata tornata elettorale.

Il rieletto governatore del Lazio Nicola Zingaretti è pronto a partecipare alle primarie, almeno così ha dichiarato in un'intervista.

"Ci vuole un congresso aperto e unitario, che abbia come tema l'articolo 3 della Costituzione, l'uguaglianza, e io ci sarò", ha dichiarato Zingaretti.

La sua vittoria, ha spiegato, è merito "anche di un progetto politico che nel Lazio ha unito tutta la sinistra, LeU compreso, rilanciando lo spirito dell'Ulivo".

Ed è lo stesso modello che Zingaretti vorrebbe proporre a livello nazionale.

"Rifondazione no, rigenerazione sì, e non solo del Pd, di tutta la sinistra", ha aggiunto. Sull'eventuale appoggio a un governo pentastellato, la pensa come Matteo Renzi: "Dobbiamo stare all'opposizione, lo hanno deciso gli elettori: chi ha vinto provi a governare, noi dobbiamo elaborare una proposta rigenerante che torni ad offrire un orizzonte alla rabbia, la trasformi in progetto politico, in una nuova speranza".

Per il presidente della regione Lazio anche un passaggio sul "fattore Montalbano": "Diciamo che sono il fratello di un attore amatissimo che mi ha sempre aiutato in ogni campagna elettorale, noi Zingaretti offriamo un'idea di famiglia molto unita e molto italiana".

CHIAMPARINO - E passando al Piemonte, c'è un altro presidente di Regione dem pronto a candidarsi. Si tratta di Sergio Chiamparino: "Io appartengo a una generazione in cui il noi viene prima dell'io, ma se non ci fossero proposte credibili potrei anche decidere di candidarmi alle primarie". E sulla candidatura di Zingaretti: "Potrebbe aiutare a ricostruire un campo democratico e di sinistra in Italia".

(Unioneonline/L)

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