«Ho il piacere di vivere la Sardegna da almeno 20 anni e ho visto come sia più difficile ultimamente collegarsi e raggiungerla. Mi chiedo dove sia il presidente della Regione e cosa stia facendo per risolvere seriamente il problema della continuità territoriale».

Così Elly Schlein, candidata alle primarie del Partito Democratico, oggi a Olbia per la prima tappa della sua visita in Sardegna: «Lo dico da mesi, sulla vicenda della continuità territoriale c'è una totale inadeguatezza da parte di questo governo regionale e questo crea disparità per i sardi. Ci deve essere una interlocuzione più seria ed è necessario cercare soluzioni complete al problema che riguarda anche la mobilità interna». Sul futuro dell'Isola e sulle diverse possibilità di poter investire su nuove forme di turismo, ha parlato dei numerosi finanziamenti europei per esempio sulle ciclovie: «Voi avete un territorio meraviglioso da scoprire anche attraverso le ciclovie, nuove idee di sviluppo del turismo. In altri Paesi queste cose già ci sono e lavorano e l'occupazione sostenibile e rispettosa dell'ambiente è cresciuta. Dobbiamo batterci oggi dall'opposizione per andare sempre più in questa direzione».

«Dobbiamo essere – ha continuato - la prima generazione che lotta contro le difficoltà dei giovani ad avere opportunità lavorative e sociali. Dobbiamo contrastare le disuguaglianze, di genere e intergenerazionali. Il lavoro è diventato sempre più povero e sempre più precario, e questo è stato frutto di scelte sbagliate che noi ora abbiamo bisogno di cambiare. Dobbiamo rimettere il lavoro al primo posto, perché oggi per tantissime persone non è così». Ancora: «Noi siamo quelli che vogliono abolire gli stage gratuiti perché con quelli non ci si paga l'affitto e neanche le bollette».

Il lavoro «è un tema sul quale ci scontriamo. Penso che il Jobs Act sia stato un errore e penso anche che ci serva un nuovo gruppo dirigente a livello nazionale e a tutti gli altri livelli per ritrovare come partito la credibilità che abbiamo perso. Dobbiamo batterci con i sindacati per una legge sulla rappresentanza che spazzi via contratti pirata che relegano alla precarietà. In questo Paese serve un salario minimo, e dobbiamo fare questa battaglia». «Mi chiedo perché il Governo non parli mai di sicurezza sul lavoro - ha proseguito - in un Paese in cui si muore ancora di lavoro e di stage gratuiti. Abbiamo lavori nuovi che non hanno diritto a certe tutele, come i rider, dobbiamo costringere a questa discussione il governo, per far sì che siano riconosciuti come lavoratori subordinati e non autonomi».

Sulla sanità «siamo quelli che faranno le barricate ad ogni taglio che verrà fatto ai danni della sanità pubblica, perché pensiamo che sia necessario fare invece un lavoro per ramificare i presidi sanitari sui territori, specialmente in quelli delle zone interne». «Il Pnrr ci deve servire in questo senso - ha aggiunto - per dare risposte laddove le persone esprimono i bisogni di cura. Il Welfare non è un costo, ma è un investimento».

Quindi il tema climatico: «L'emergenza per quelli che stanno al Governo sembra un tema radical chic, ma non si rendono conto del forte impatto che i cambiamenti climatici stanno avendo già da oggi sui nostri territori. Vorrei invece una politica che si desse un orizzonte più lungo, largo e curioso su come fare politiche migliori per avviare un futuro migliore». «La conversione ecologica avverrà quando apparirà socialmente desiderabile - ha detto Schlein - e quando sarà possibile costruirla con politiche concrete, avviando più investimenti sulle linee ferroviarie per far passare il trasporto delle merci dalla gomma al ferro, ripensando così anche al sistema delle infrastrutture soprattutto nei territori più disagiati».

Sul futuro del Pd: «Dobbiamo rianimare i circoli come luogo di dibattito in cui ricominciamo a riascoltarci. Non ci serve un Partito degli eletti, dobbiamo invece ritrovare motivazione e speranza. Sogno un partito che torni ad essere popolare, vicino alle persone che stanno peggio, guidato non da un uomo o una donna sola al comando, un Partito che si fidasse maggiormente della sua base. Se abbiamo la parola democratico nel suo nome dobbiamo essere democratici anche all'interno. Dobbiamo cambiare la legge elettorale ed estendere il diritto di voto ai fuori sede che sono 5 milioni di persone». 

(Unioneonline/D)

© Riproduzione riservata