Conferenza stampa di inizio anno di Giorgia Meloni organizzata dal Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti e dall'Associazione stampa parlamentare (QUI le dichiarazioni della premier sul caso Todde).

Inevitabile un passaggio sulla liberazione di Cecilia Sala: «C’è stato un lavoro di triangolazione diplomatica con Iran e Usa, non direi che c’è stato un momento di svolta perché la questione è stata seguita dall’inizio. Le interlocuzioni con l'Iran sono di natura diplomatica e di intelligence, il governo è tenuto alla riservatezza in questi casi. Ricordiamo che in Iran sono presenti altri 500 italiani e bisogna essere molto cauti».

Ieri, ha aggiunto, «è stata una bella giornata per l’Italia intera e per me. Vi farò una confessione, tra le molte cose che accadono quando si ricopre un incarico complesso come il mio posso dirvi che non ho provato un’emozione più grande in questi anni rispetto a quando ho detto alla madre di Cecilia che sua figlia tornava a casa».

Sul caso Abedini: «È al vaglio della ministero della Giustizia, c'è un vaglio tecnico e politico, e secondo il trattato con gli Stati Uniti. È una vicenda che bisogna continuare a discutere con gli amici americani: avrei voluto parlarne con Biden, che ha dovuto annullare il viaggio e a cui mandiamo la nostra solidarietà. Le interlocuzioni ci sono e ci saranno: il lavoro ancora complesso non è terminato ieri e penso si debba discutere nei dettagli nelle sedi opportune».

L'accordo con SpaceX? «Fake news, ci sono state delle interlocuzioni ma non c’è un accordo. Sono abbastanza colpita da come alcune notizie false rimbalzino e continuino ad essere discusse anche dopo essere state smentite. Usare il pubblico per fare favori agli amici non è mio costume, valuto l’interesse nazionale. E non ho mai parlato personalmente con Musk di queste vicende».

«SpaceX – ha spiegato Meloni - ha illustrato al governo la tecnologia di cui dispone, che consente comunicazioni in sicurezza a livello nazionale e soprattutto planetario, e per noi significa soprattutto garantire comunicazioni sicure nel rapporto con le sedi diplomatiche e con i contingenti militari all'estero, che sono molto delicate. Si tratta di interlocuzioni che rientrano nella normalità. Decine di aziende si propongono per cose più disparate, poi si fa l'istruttoria, e se la cosa è di interesse si pone nelle sedi competenti. Siamo nella fase istruttoria, non capisco tutte le accuse che sono state rivolte». Non si può sollevare il tema di affidare tali comunicazioni ai privati, ha affermato la premier, perché «non esistono alternative pubbliche per mettere in sicurezza alcune comunicazioni molto sensibili e molto delicate».

La premier ha anche annunciato che il prefetto Vittorio Rizzi sarà il nuovo capo del Dis dopo le dimissioni di Elisabetta Belloni.

Poi ha parlato di riforme istituzionali: «Vorrei arrivare alle prossime elezioni con la riforma del premierato approvata e una legge elettorale tarata su questo. Se il premierato non dovesse arrivare, ci si interrogherà se questa legge elettorale sia la migliore o no».

Governo e l’ipotesi di Salvini al Viminale: «Nessun rimpasto, Matteo Salvini sarebbe un ottimo ministro dell’Interno ma anche Piantedosi lo è e lo voglio ringraziare. Allo stato attuale non credo che Salvini al Viminale sia nell'ordine delle cose. La parola rimpasto ha fatto capolino dopo almeno due settimane che eravamo al governo, sono abituata ed è una parola a cui non sono favorevole».

Ricandidatura nel 2027? «Non lo so. Questo è un lavoro faticoso, faticosissimo, è una decisione che prenderò quando la devo prendere, anche valutando i risultati che ho portato a casa. Sapete che non sono abbarbicata alla poltrona: se posso essere utile cerco di essere utile, se non posso essere utile mi regolo di conseguenza».

I centri per migranti in Albania: «A me pare che le sentenze della Cassazione diano ragione al governo, in quanto dicono che che spetta al governo stabilire i paesi sicuri. I centri sono pronti ad essere operativi, poi lo scorso anno gli sbarchi sono diminuiti del 60%».

Sulle recenti dichiarazioni incendiarie di Donald Trump: «Mi sento di escludere che gli Usa annetteranno con la forza territori che interessano loro. A differenza di alcune letture su Donald Trump, noi l'abbiamo già visto presidente, siamo di fronte a una persona che quando fa qualcosa la fa per una ragione. Penso che le sue dichiarazioni siano un messaggio ad altri player mondiali, più che rivendicazioni. La Groenlandia è un territorio particolarmente strategico, anche grosso, ricco di materie prime strategiche. La mia idea è che queste dichiarazioni rientrino nel dibattito a distanza tra grandi potenze, un modo energico per dire che gli Stati Uniti non rimarranno a guardare di fronte alla previsione che altri grandi player globali muovano in zone che sono di interesse strategico per gli Stati Uniti. Io attualmente la leggo così, ma mi confronterò anche con i miei omologhi europei nelle prossime ore».

La pace in Ucraina: «Io sono disposta a sostenere le condizioni che è disposta a sostenere l'Ucraina. Non sono io a stabilire le condizioni per una pace giusta. Sarà una pace giusta se l'Ucraina è d'accordo. Le garanzie di sicurezza per l'Ucraina sono fondamentali pe poter ambire ad avere una pace giusta. Tutti sappiamo che la Russia in passato ha violato gli accordi».

Il ruolo di Trump: «Francamente non prevedo un disimpegno di Trump in Ucraina, non leggo questo dalle sue dichiarazioni. Ha parlato in più occasioni di 'pace con la forza' e io ho sempre sostenuto che l'unico modo per costringere la Russia a sedersi ad un tavolo di trattative era costruire una situazione di difficoltà sul campo. Trump ha la capacità di dosare diplomazia e deterrenza e prevedo che anche questa volta sarà così. Lui può andare avanti nella soluzione, ma non prevedo che questo significhi abbandonare l'Ucraina».

Informazione e libertà di stampa: «Non ritengo di dovermi difendere dalla previsione di rappresentare un limite o un problema per la libertà di stampa o per la democrazia», ha detto la presidente del Consiglio rispondendo alle domande. «Mi stupisce che si metta insieme nello stesso intervento l'idea che il governo intenda comprimere i diritti per la stampa e l'opera attenta di sostegno al settore svolta dal sottosegretario Barachini, perché tutto quello che fa Barachini è una scelta del governo e non del sottosegretario singolo», ha aggiunto.

Ancora: «Sento dire che io non risponderei spesso alle domande dei giornalisti. Ho fatto fare un calcolo: ho risposto nel 2024 a 350 domande, più di una al giorno. Ho fatto la scelta di non fare conferenze stampa al termine delle riunioni del consiglio dei ministri per dare spazio ai ministri nelle rispettive sfere di competenza, perché Giorgia Meloni non è sola al governo».

(Unioneonline/L)

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