Mentre già impazza il “toto-nomi” sul prossimo presidente della Repubblica e mentre torna anche in auge l’ipotesi di un secondo mandato – anche ponte, fino alle elezioni 2023 – di Sergio Mattarella, lo stesso Mattarella ribadisce (prendendola larga, ma neanche troppo) la sua non disponibilità.

Lo ha fatto nella sala del Bronzino del Quirinale, nel corso di una cerimonia dedicata a uno dei suoi predecessori al Colle, Giovanni Leone, di cui ricorre il ventesimo anniversario della morte. 

Nel suo intervento Mattarella ha rimarcato che Leone, in un messaggio al Parlamento del 1975, chiese "la non rieleggibilità del presidente della Repubblica con l'eliminazione del semestre bianco". E aveva già rimarcato di recente che la stessa richiesta era arrivata da un altro presidente della Repubblica, Antonio Segni. 

Leone, ha spiegato Mattarella, respingeva l'idea di una tentazione egemonica dentro la Cee dei Paesi più forti, per osservare, in merito all'Italia, che, tuttavia "diventa sempre più difficile fare valere le ragioni di "un Paese in crisi", segnato da "un clima di rinuncia". 

Una sorta di “repetita iuvant” a quanti lo sollecitano a rendersi disponibile a restare al Colle almeno fino al 2023, anno in cui verranno rieletti deputati e senatori di un nuovo Parlamento legittimato di fresco dalle urne.

(Unioneonline/l.f.)

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