Nel Movimento 5 Stelle sardo ormai è guerra. Il voto favorevole di Carla Cuccu ed Elena Fancello alla mozione della maggioranza di centrodestra con cui Salvini chiede il referendum per abrogare la quota proporzionale del Rosatellum, ha causato l'ira di molti grillini nell'Isola.

E ora Carla Cuccu risponde per le rime sia a Desirèe Manca che a Mario Puddu, l'ex sindaco di Assemini che ha detto senza mezzi termini che entrambe andrebbero espulse per aver votato contro le direttive nazionali del partito.

Cuccu prende in prestito una frase del film Apocalypse now per descrivere "il sentimento che sembra pervadere la Manca da qualche mese a questa parte". Eccola, la frase: "In questa guerra tutto diviene confuso, il potere, gli ideali, un certo rigore morale, esigenze militari contingenti. Ma laggiù con questi indigeni si può essere spinti a prendersi per Iddio".

La capogruppo è accusata di avere un "piglio padronale", di pensare solo a "rafforzare la propria posizione di potere politico e personale nel gruppo" e di "coinvolgere e danneggiare l'immagine del Movimento in sterili polemiche, sui media e sui social, fondate sul nulla".

"Richiamando fantasmatici direttivi nazionali, è arrivata a rinnegare politicamente la bontà di uno strumento di democrazia diretta come il referendum, dimenticando o forse non sapendo che il Movimento nasce dal popolo e non ha paura del giudizio del popolo perché ne rappresenta le istanze", attacca la Cuccu, che poi ricorda alcuni episodi avvenuti negli ultimi mesi che a suo avviso denoterebbero un certo ostracismo nei confronti suoi e della Fancello.

"Ci siamo trovate di fatto impossibilitate ad essere cointestatarie, assieme agli altri quattro componenti del gruppo regionale, del conto corrente dedicato per le restituzioni, magari per essere attaccate un domani con l'accusa di non fare i versamenti, che a tutt'oggi sono accantonati".

E ancora, l'incontro della Manca con il premier Giuseppe Conte: "Io e la collega Fancello siamo state escluse, neanche siamo state informate della possibilità di incontrarlo. Le nostre richiesta di chiarimento, ad oggi, non hanno avuto riscontro".

Denuncia di essere stata messa ai margini la Cuccu. E replica sulle "voci", pubblicate oggi sul nostro giornale, secondo cui non si sarebbe potuta candidare: "Il coraggio dell'anonimato è lo stigma morale di un attacco che ha la sola evidenza di voler coinvolgere Luigi Di Maio nella rissa. E invece all'esito di un'istruttoria dei probiviri, innescata dalle solite fonti anonime, Di Maio diede parere favorevole all'inserimento della sottoscritta in lista".

Mario Puddu (Archivio L'Unione Sarda)
Mario Puddu (Archivio L'Unione Sarda)
Mario Puddu (Archivio L'Unione Sarda)

Poi l'affondo contro Mario Puddu: "A che titolo parla con la stampa del Movimento, visto che non ricopre alcun incarico?", si chiede, definendolo "un condannato in primo grado per abuso d'ufficio, responsabile della debacle elettorale, che oggi invocca quelle stesse espulsioni caldeggiate, e ahime ottenute, contro attiviste e consiglieri rei di aver scoperchiato una situazione per cui ha ottenuto una condanna in primo grado".

E alla fine è lei, Carla Cuccu, a chiedere l'intervento di Luigi Di Maio: "C'è qualcosa di preoccupantemente opaco in queste manovre d'attacco e confido che il nostro capo politico provveda adeguatamente a far rinsavire chi sta danneggiando seriamente l'immagine del M5S, minando l'incisività dell'azione del collettivo per fini di potere personale".

Infine, ultimo appello alla Manca: "Ricordi i principi del M5S: condivisione, concertazione, partecipazione. E abbandoni la logica del nemico interno, si concentri piuttosto sulle emergenze della terra sarda".

(Unioneonline/L)
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