La Corte costituzionale ha bocciato il referendum sulla legge elettorale sostenuto dalla Lega giudicandolo "inammissibile" perché "eccessivamente manipolativo".

La proposta era stata avanzata da otto consigli regionali a trazione leghista (ovvero Sardegna, Veneto, Piemonte, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Abruzzo, Basilicata e Liguria).

Negli intenti, la consultazione era mirata ad abrogare le norme sulla distribuzione proporzionale dei seggi e trasformare il sistema in un maggioritario puro. La Consulta, però, come detto, ha dato parere negativo.

La sentenza verrà depositata il 10 febbraio, ma l'Ufficio stampa della Corte costituzionale fa sapere che "a conclusione della discussione la richiesta è stata dichiarata inammissibile per l'assorbente ragione dell'eccessiva manipolatività del quesito referendario nella parte che riguarda la delega al Governo, ovvero proprio nella parte che, secondo le intenzioni dei promotori, avrebbe consentito l'autoapplicatività della 'normativa di risulta'".

Dopo la decisione della Consulta, pronta è stata la replica di Matteo Salvini: "È una vergogna, è il vecchio sistema che si difende: Pd e 5stelle sono e restano attaccati alle poltrone", ha detto il leader della Lega. Aggiungendo: "Ci dispiace che non si lasci decidere il popolo: così è il ritorno alla preistoria della peggiore politica italica".

Anche il governatore della Sardegna Christian Solinas, sostenitore della proposta referendaria, prende posizione: "Impedire ai cittadini italiani di esprimersi su un aspetto così importante della democrazia e delle Istituzioni, come è la Legge Elettorale, è una sconfitta per tutti".

"In attesa di leggere le motivazioni della sentenza - aggiunge Solinas - non posso che rammaricarmi nel vedere negato agli italiani il diritto di scegliere un modello di legge elettorale confacente alle proprie aspettative, e alla legittima aspirazione, perché questo era e resta il nostro intendimento, di garantire un sistema che insieme al rispetto delle regole democratiche assicuri governabilità e stabilità al Paese".

Dall'altra parte delle barricate, invece, il Movimento 5 Stelle, per voce di Luigi Di Maio, punge: "La Corte Costituzionale ha bocciato la richiesta di referendum sulla legge elettorale che aveva promosso la Lega. In sintesi: volevano introdurre in Italia un sistema elettorale totalmente maggioritario, garantendo meno

rappresentanza ai cittadini. Non ci stupisce - chiosa il capo politico pentastellato - del resto quello che importa a loro in questo momento è trovare un modo per accaparrarsi più poltrone possibili".

"Un altro bluff di Salvini è caduto. Ora avanti per cambiare davvero l'Italia", il commento, invece, del segretario del Pd Nicola Zingaretti.

La bocciatura della Consulta arriva una settimana dopo il deposito alla Commissione Affari costituzionali della Camera della bozza per una nuova legge elettorale - denominata Germanicum ed elaborata proprio dalla maggioranza Cinque Stelle-Pd.

(Unioneonline/l.f.)
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