Dopo aver scritto due settimane fa il necrologio dei Cinque Stelle (ci sarà tempo per risorgere, auguri), i sardi mandano un messaggio forte e chiaro al centrodestra. Ma se Atene piange, Sparta non ride: il Pd non può salire sul carro. Sulla coalizione che da un anno e mezzo governa l'Isola è sceso il gelo. E il cappotto al ballottaggio può tornare utile per coprire gli spifferi rafforzati dal Covid.

Il centrodestra paga caro anche il rinvio delle elezioni, deliberato a fine luglio per meglio decidere strategie e candidati. Brucia la sconfitta a Quartu. Passi che Graziano Milia vantasse sondaggi buoni, ma il risultato è pesante. Christian Stevelli, nome vicino alla presidenza della Regione, vincitore con ampio margine al primo turno, non regge il confronto diretto con l'ex sindaco. Ma il Partito democratico non ha motivo di esultare per la sconfitta del coordinatore provinciale del Psd'Az. Il candidato del Pd, vincitore delle primarie, si era fermato sotto il 15% il 26 ottobre. Una crisi che viene da lontano, accentuata dalla vittoria elettorale, nel 2015, di Stefano Delunas.

Sì, vero, il Pd pianta la bandierina a Porto Torres, ribaltando - con l'alleanza - il risultato di due settimane fa. Ma forse non è una sorpresa, dopo la parentesi degli ex Re Mida (i grillini) della politica. Stupisce ancora, invece, il caso-Nuoro. Andrea Soddu, uomo forte anche del Partito democratico nelle ultime Europee, ha dovuto sfidare (e non c'è stata storia, come a Quartu), il vincitore delle (inutili?) primarie del Pd. Ieri si è ripreso la città, Soddu. Chi può, tragga lezioni dall'urna. E auguri ai nuovi sindaci. Ne hanno bisogno.
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